Da tempo si parla dell’utilizzo di convogli a idrogeno sulla Terni-Sulmona.
A tale proposito esiste anche un Progetto pilota presentato da RFI al Tavolo Idrogeno del Ministero dello Sviluppo Economico, e sostenuto dalla Commissione europea, che lo ha inserito nella pipeline progettuale della European Clean Hydrogen Alliance.
Oggi, oltre al progetto e agli investitori internazionali che lo hanno promosso, c’è un finanziamento, ci sono i treni e c’è un contesto regolatorio molto favorevole rispetto al passato. Eppure, rischia di saltare tutto.
RFI infatti, ha commissionato uno studio di fattibilità a Italferr, ma a quel punto sono sorte complicazioni: con l’ordinanza 35 del 30 giugno 2022, il Commissario straordinario al Sisma 2016, Giovanni Legnini, ha definito “carenti e insufficienti” e “non adeguati al livello progettuale richiesto” i documenti presentati, “anche ai fini dell’esatta individuazione dei siti di produzione”.
E così, il finanziamento è stato revocato. Entro settembre era atteso un bando o avviso pubblico per acquisire nuove proposte e riassegnare il finanziamento. La scadenza, tuttavia, non è stata rispettata.
Gli investitori sono increduli. “Siamo pronti a fare la nostra parte, ma i tempi sono strettissimi ed entro il 31 dicembre il finanziamento potrebbe decadere. Speriamo di essere messi in condizione di presentare una proposta sostenibile”, dice Roberto Francia, a capo della cordata di investitori internazionali.
Il 31 dicembre, insieme al finanziamento, scade anche il terzo mandato del commissario Legnini. Nel frattempo, la conversione a idrogeno di altre sei linee ferroviarie da Nord a Sud, finanziata dal Pnrr, sembra procedere senza intoppi.
L'articolo integrale sul Corriere di Rieti.