Qualche giorno fa un articolo de la Repubblica puntava l'accento sui treni in Lombardia, più lenti rispetto a 50 anni fa.

Nella giornata di ieri il quotidiano è tornato sull'argomento con le motivazioni addotte da RFI che spiegano questo fenomeno, non prima di aver evidenziato come il problema, in realtà, riguardi tutto il Paese.

Secondo il gestore dell'infrastruttura, ci sono più treni e più corse rispetto a 50 anni fa e non si può "correre" di più perché inevitabilmente c'è più traffico lungo i binari.

Un altro capitolo riguarda poi le fermate. Su molte tratte sono più numerose che in passato, i treni si fermano più spesso e inevitabilmente perdono tempo tra frenata, sosta e ripartenza.

Infine c'è il discoro dell'SCMT (Sistema controllo marcia treno) che se da un lato garantisce l'assoluta sicurezza sui binari, dall'altro obbliga a mantenere una certa distanza tra un convoglio e l'altro. 

Se il confronto "epocale" è quindi in parte azzardato per quanto riguarda i treni regionali, quello che spicca è il "volo" dell'Alta Velocità.

Chi viaggia da nord a sud si è senza ombra di dubbio accorto dei tempi record per collegare Roma a Milano o Torino a Napoli.

Rispetto al 1972 i tempi si sono più che dimezzati e a volte anche ridotti a un terzo. Da nove ore a tre ore per collegare la Capitale al capoluogo lombardo.

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