Entro il prossimo dicembre Rete Ferroviaria Italiana porterà a termine lo studio di fattibilità per valutare l’effettiva “cantierabilità” della “Ferrovia dei Due Mari”, o Ferrovia Salaria, per il quale sono stati già stanziati 40 milioni di risorse pubbliche.

Lo ha reso noto il senatore uscente del Movimento 5 Stelle, Giorgio Fede, in risposta alla lettera con cui proprio nei giorni scorsi il comitato promotore del progetto chiedeva aggiornamenti alla politica nazionale.

Stando al Sistema Informativo Opere Strategiche, RFI ha iniziato a lavorare a quest’opera lo scorso aprile – ha detto Fede - e concluderà entro il mese di dicembre. Quando siamo arrivati al governo, la ferrovia dei Due Mari era ferma da secoli e non c’era nulla di concreto. Le cose sono cambiate dal 2018. In commissione Lavori Pubblici, io e il presidente Mauro Coltorti, abbiamo chiesto e ottenuto uno studio di fattibilità. Questo è il punto essenziale di partenza per qualsiasi opera.

Con tale passaggio sarà possibile valutare come completare l’opera, soprattutto per le tratte mancanti che sono Rieti–Passo Corese e Ascoli Piceno–Antrodoco”.

Due porzioni di nuova realizzazione che, unendosi alle già esistenti tratte Rieti-Antrodoco e Passo Corese-Roma, peraltro notevolmente ammodernate e potenziate proprio nei mesi scorsi da Rete Ferroviaria Italiana, dovrebbero finalmente collegare Tirreno e Adriatico attraverso una tratta ferroviaria di nuova generazione, la gran parte della quale inserita nel territorio della provincia di Rieti.

“Solo dopo la realizzazione dello studio potrà esserci l’azione conseguente degli enti territoriali – spiega ancora Fede - ad esempio, i Comuni dovranno decidere come inserire il tracciato nei piani regolatori, e come facilitare l’avanzamento dell’opera affinché non si blocchi a causa di vicende locali.

Seguo questa vicenda da inizio legislatura – conclude il senatore – con il collega Gabriele Lorenzoni (deputato reatino uscente e non ricandidato, ndr) e con il costante appoggio del Presidente Coltorti. Per rilanciare concretamente un progetto che era in stallo da oltre un secolo e che offrirebbe un futuro ai territori colpiti dal terremoto che, senza adeguate infrastrutture, non potranno considerarsi completamente ricostruite”.

Bisognerà ora vedere come gli inevitabili, comunque vada, mutamenti politici derivanti dalle elezioni di fine settembre andranno ad incastrarsi con un iter ancora alla sua fase embrionale, ma comunque avviato. E finanziato, seppure nella sua sola fase istruttoria. 

Fonte Corriere di Rieti

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