Ennesima puntata del "tormentone" Ponte sullo Stretto di Messina.
Puntuale in ogni campagna elettorale, torna l'argomento Ponte sullo stretto di Messina. Se la scorsa settimana era stato Silvio Berlusconi a parlarne, questa volta è stato il turno di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
"Sul Ponte sulla Stretto ci sono stati troppi anni di chiacchiere, devo partire i lavori perché non è solo l'unire la Sicilia e la Calabria: è lavoro, sviluppo e tutela dell'ambiente, con la pulizia del mare e unire l'Italia all'Europa. Costa più non farlo, che non farlo.
Con l'Europa che, una volta tanto, ci metterebbe la metà dei soldi che servono". Lo ha detto il leader della Lega nel corso di una manifestazione a Messina. "Ai siciliani non avere il Ponte - ha aggiunto Salvini - costa cinque miliardi di euro l'anno. In anno te lo ripaghi e ti permette di in andare in treno a Roma in poche ore.
Certo non basta da solo: servono ferrovie all'altezza, l'alta velocitò ferroviaria. Ma senza il Ponte lo sviluppo di Sicilia e Calabria non sarà mai garantito. Quindi chi sceglie la Lega, a Messina come a Reggio, sceglie il sì al Ponte, ma anche ai termovalorizzatori, all'energia nucleare, al lavoro, al futuro. Chi vuole il no può scegliere, ha l'imbarazzo della scelta".
Sulla stessa linea anche la leader di Fdi Giorgia Meloni, anche lei a Messina per la campagna elettorale: "Il Ponte di Messina secondo me è necessario, è una grande opportunità, una grande opera. La nostra è una civiltà che costruiva ponti in dieci giorni, duemila anni fa, non si è capito adesso perché ora ci mettiamo diecimila anni per costruire dieci metri...".