Il problema potrebbe essere più complesso di quanto si pensi, sotto il Passante di Milano.
A rendere noti i dubbi della compagnia lombarda è Il Giorno secondo il quale Trenord avrebbe comunicato agli inquirenti tramite il suo legale che "non ci sono le condizioni" per la riapertura perché, secondo la società, "i controlli da effettuare sui bordini necessari ad evitare che possano rimanere in circolazione treni con usura superiore al massimo consentito, sarebbero, per quantità e frequenza, incompatibili con la regolare effettuazione del servizio".
Insomma, alla luce dei tre giorni di prova resterebbe comunque il fatto che una minima percentuale di consumo delle ruote superiore al normale rimane ("valori non trascurabili" stando a una consulenza tecnica prodotta dal gestore). Ma a questo punto - concluderebbe Trenord - i frequenti controlli necessari sulle ruote rendono impossibile riaprire il Passante.
Per la compagnia - prosegue Il Giorno - l’unica soluzione sarebbe che la Procura disponga un nuovo sequestro per evitare il peggio e non più solo dei binari tra Dateo e Porta Vittoria ma ad ampio raggio per verificare le reali condizioni della rete.
Alla richiesta di Trenord e a quella di rimbalzo avanzata da RFI di disporre altre corse prova su altre tratte (come a dire che la colpa dell’usura potrebbe essere delle ruote stesse), la Procura ha risposto picche.
Gli estremi per un sequestro preventivo delle rotaie non ci sono, dice il magistrato, anche perché ovviamente vorrebbe dire bloccare tutto il Passante. Piuttosto, osserva la Procura, ora sia RFI che Trenord hanno tutti gli elementi necessari per esaminare il problema e farebbero bene a mettersi d’accordo per risolverlo insieme.
Per esempio potenziando la lubrificazione delle rotaie, diminuendo la velocità dei convogli, rimodulando i percorsi e controllando più frequentemente le condizioni delle ruote dei treni e lo stato delle rotaie stesse.
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