L'idea sussurrata ieri di proporre un "radar" per i treni storici non solo è stata approvata dai nostri lettori sui social ma ha portato anche diversi spunti interessanti.
Vediamo di essere chiari, il lavoro fatto fin qui da Fondazione FS Italiane è valido e sta dando i suoi frutti, ma se c'è la possibilità di migliorare qualcosa, perché non provarci?
Il primo problema che si è evidenziato lo avevamo notato anche noi col recente viaggio di sola andata tra Roma e Milano dell'"Arlecchino".
Ci sta che allora si organizzò in quella maniera perché c'era già un ritorno riservato su Firenze e il treno sarebbe poi rientrato a Pistoia, ma anche chi scrive non prese in considerazione di salire a bordo perché poi sarebbe dovuto tornare nella Capitale con una Freccia.
E sommando il costo dell'"Arlecchino" a quello di un ETR 400, moltiplicandolo per due per una gradita compagnia, per una singola giornata sarebbe "partita" una cifra insostenibile, anche in considerazione del fatto, problema due, che non erano previste soste intermedie ad esempio a Firenze o a Bologna che sarebbero state economicamente più abbordabili.
Insomma, in alcuni casi la programmazione potrebbe essere fatta diversamente, al fine di permettere alle persone di poter partecipare senza dover svuotare il portafogli.
Una critica è stata fatta in tal senso anche ai prezzi che sono in linea con quelli di mercato ma alle volte tendono un pochino a "scoraggiare" coloro che in questo periodo sono già limitati da una situazione economica generale che non è delle più esaltanti.
Anche perché, si fa notare, l'alternativa è far viaggiare il treno mezzo vuoto.
Meno proponibile, per quanto affascinante, l'idea di far salire a bordo a pagamento gli appassionati durante i viaggi di trasferimento che tra l'altro spesso hanno orari incompatibili con le esigenze di un "normale" viaggiatore.
Quello che tuttavia è risultato il problema più grosso sollevato dagli internauti nei confronti dei treni storici di Fondazione FS Italiane è il preavviso con il quale vengono annunciati.
In diversi si sono lamentati delle tempistiche troppo brevi per potersi organizzare degnamente e in effetti, se prendiamo ad esempio il "Peloritano" effettuato in questi giorni, se ne è saputo qualcosa solo il 28 giugno, 20 giorni fa.
La richiesta è stata quindi quella di programmare questi viaggi almeno 3 o 6 mesi prima, come del resto accade normalmente all'estero, così da permettere a tutti di potersi organizzare con facilità.
Peraltro, nota da non sottovalutare, la richiesta è arrivata anche dagli stranieri, che forse per ragioni storiche sono ad oggi più affascinati degli italiani da queste iniziative, che con tempistiche così ridotte vengono inesorabilmente tagliati fuori.
Sia chiaro, ci rendiamo conto che l'organizzazione di un treno come il "Peloritano" non sia una passeggiata, ma forse qualcosa per trovare un buon compromesso è possibile farla.
Tante idee, tutte valide, tutte, ne siamo certi, che Fondazione FS avrà già valutato senza bisogno del nostro articolo, ma che ci sentiamo in ogni caso di voler ribadire.