Nei giorni scorsi si è fatto un gran parlare dell’Alta Velocità a Orte.
Da qualche tempo, infatti, la stazione al confine tra Lazio e Umbria è servita da un collegamento Frecciarossa.
La domanda che ci siamo posti, tuttavia, è la seguente: la stazione, sottolineiamo la stazione, se lo merita?
La nostra risposta, ve lo diciamo subito, un forte e tondo "no".
Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di sostare brevemente nell’impianto e quello che abbiamo visto è stato abbastanza desolante.
Per quanto banale partiamo dall’inizio. L’impianto, per quanto non sia fatiscente, dimostra tutti gli anni che ha e meriterebbe quanto prima una bella operazione di revamping. Detto in altra maniera, si vede a occhio nudo che si tratta di una stazione vecchia, ormai non più al passo coi tempi.
Ma entriamo nel dettaglio. Per prima cosa, pur essendo una stazione di snodo (qui si congiungono le linee Roma – Firenze, Roma – Ancona e Roma – Viterbo), l’impianto non ha né ascensori né rampe, risultando difficilmente accessibile per tutti, non solo per i diversamente abili.
Nei minuti in cui siamo stati sui marciapiedi abbiamo visto dozzine di persone costrette a scendere salire pesanti valigie per le scale, senza la possibilità di fare altrimenti e cercando inutilmente rampe o montacarichi.
A questo, che già ne fa una stazione non più “sostenibile”, vanno ad aggiungersi le pensiline che coprono pochissimo sia dal sole che dalla pioggia e costringono i viaggiatori in caso di condizioni meteo più difficili ad aspettare il treno nel sottopasso o ad affollarsi tutti sul primo binario dove c’è l’unica che è maggiormente coprente.
Nonostante sia stazione di scambio che può prevedere minuti di attesa, inoltre, a Orte è quasi impossibile sedersi.
C’è infatti una panchina leggermente capiente al binario 1 e cinque piccole tra il binario 2 e 3 mentre tra il 4 e il 5 ce ne sta una sola.
Per essere chiari, le piccole sono veramente piccole, tali che più di due persone non riescono a sedersi contemporaneamente. Il tutto non è affatto “friendly”, come direbbero gli inglesi, soprattutto in periodi come questi in cui sarebbe opportuno tenere una certa distanza sociale.
A completare la già complicata situazione ci si mette poi la quasi totale mancanza di servizi. L’unica fontanella che abbiamo visto sui marciapiedi è arrugginita e ovviamente non eroga acqua e la sola edicola presente, almeno quando siamo stati noi, era chiusa.
Unici punti positivi il bar che indubbiamente è fornito e i servizi igienici molto puliti, ma davvero troppo poco per una stazione che ambisce ad avere più di un collegamento veloce.
Per l’impianto di Orte è il momento di una bella riqualificazione, altrimenti si possono chiedere tutte le Frecce del mondo ma il servizio complessivo, anche arrivassero, non potrebbe che essere considerato scadente.