Tentativo di violenza in pieno giorno e ai danni di una ragazza di 24 anni.

È quanto accaduto sul treno 24349 della linea S13 – che viaggia sulla tratta Milano-Pavia – che ha accumulato, nel pomeriggio di giovedì 2 giugno, un ritardo di circa ottanta minuti. Provvidenziale l'intervento di altri due passeggeri e del capotreno che, oltre ad assistere la vittima, hanno poi allertato le forze dell'ordine.

Una figura, quella del capotreno che, come dimostrato in quest'occasione, e non solo, è quanto mai fondamentale, ma che con il nuovo regolamento di circolazione ferroviaria proposto dall'Agenzia nazionale, potrebbe presto scomparire.

A tal proposito i sindacati si dicono perplessi per l'ampia discrezionalità che sarebbe lasciata alle singole imprese e ai gestori circa le questioni legate alla sicurezza pubblica delle persone. Eppure, quanto accaduto ieri, è un esempio lampante della necessità di figure simili.

Considerate le proteste delle organizzazioni e quanto accaduto ieri, è intervenuta anche la deputata Stefania Mammì. L'esponente del Movimento Cinque Stelle, ha presentato un'interrogazione ai ministri delle Infrastrutture e dei trasporti, Enrico Giovannini e del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando.

Secondo Mammì, il nuovo regolamento farebbe parte di "un processo di liberalizzazione del trasporto ferroviario che rischia di tradursi in un abbattimento degli standard di sicurezza a danno dei lavoratori e di milioni di pendolari che ogni giorno utilizzano il treno per i loro spostamenti". Portando come esempio, ultimo in ordine cronologico, di quanto accaduto sulla tratta Milano-Pavia, la deputata insiste nell'impedire l'abolizione della figura del capotreno, "e di conseguenza garantire gli standard di sicurezza a bordo dei treni viaggiatori".

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