Siemens, colosso tedesco attivo nei settori delle tecnologie, della mobilità e dei servizi, uscirà dal mercato russo in seguito alla guerra in Ucraina.

La società ha affermato ieri di aver avviato un procedimento per la liquidazione delle attività industriali e di tutti i business.

"Condanniamo la guerra in Ucraina e abbiamo deciso di avviare un processo ordinato per chiudere le nostre attività industriali in Russia - ha spiegato il CEO Roland Busch - Non è stata una decisione facile, visto il nostro dovere di attenzione per i nostri dipendenti e le relazioni di lunga data con i clienti, in un mercato in cui siamo attivi da quasi 170 anni".

Nel secondo trimestre dell'anno fiscale 2022 (terminato il 31 marzo), Siemens ha dovuto sostenere 600 milioni di euro di svalutazioni e altri oneri, per lo più registrati nel settore della mobilità ferroviaria a seguito delle sanzioni contro la Russia.

L'utile netto è stato di 1,2 miliardi di euro.

Il CEO ha detto che l'azienda si attende ulteriori impatti, soprattutto a causa di oneri non monetari legati alla liquidazione di soggetti giuridici, alla rivalutazione di attività finanziarie e ai costi di ristrutturazione.

"Al momento prevediamo ulteriori rischi potenziali per l'utile netto nell'ordine di centinaia di milioni, anche se non siamo in grado di definire un arco temporale esatto", ha sottolineato Busch.

Foto di Sergey Korovkin 84 - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=33819906

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