Non sono brutte e sono piuttosto moderne, eppure rischiano di essere ricordate come uno dei maggiori fallimenti della storia ferroviaria recente.
Stiamo parlando delle locomotive del Gruppo 380 delle ferrovie ceche ČD.
Per chi fosse a digiuno ne ricapitoliamo le (tristi) vicende.
Le ferrovie ceche stipulano un contratto con Škoda per la consegna di 20 nuove locomotive del Gruppo 380 nel 2004.
Il prezzo pattuito è di 2,7 miliardi di corone ceche (circa 110 milioni di euro) con data di consegna stimata entro il 2009.
Škoda Transportation va ben oltre e affida ufficialmente le locomotive con un ritardo di quattro anni e senza una parte delle certificazioni necessarie per viaggiare all'estero.
La ditta si giustifica dichiarando che in corso d'opera sono cambiati alcuni regolamenti che hanno inficiato inevitabilmente lo sviluppo delle locomotive.
Alla fine, l'acquisto diventa molto più oneroso per le ferrovie ceche e nell'arbitrato che ne consegue Škoda ottiene anche il pagamento aggiuntivo di una nuova somma di denaro.
Le ČD si trovano dunque a pagare a Škoda un notevole sovrapprezzo sulla base di acquisto e dopo l'arbitrato una locomotiva che inizialmente costava 135 miliardi di corone (circa 5 milioni di euro) ne viene a costare 170 (quasi 7).
A questo punto, per fortuna, le macchine iniziano a circolare e nel complesso dimostrano di essere anche valide, peccato che manchi il sistema di sicurezza ETCS che nel 2025 diventerà obbligatorio su gran parte delle linee del paese.
Per l'installazione si fa una stima ma ci si rende subito conto che ci vogliono circa 44 miliardi di corone a macchina che porterebbero il costo totale per unità alla spaventosa cifra di 214 miliardi (quasi 9 milioni di euro).
A questo punto le ferrovie ceche annullano la gara per l'installazione dell'ETCS e, notizia di questi giorni, di fatto sanciscono il destino dell'intero Gruppo.
Così, macchine che erano destinate a correre tra i paesi d'Europa a 200 km/h avranno tre strade davanti a loro, tutte poco incoraggianti.
La prima potrebbe vederle "arrancare" su linee secondarie non dotate di ETCS con treni di basso rango, la seconda vederle sfruttare maggiormente le loro doti in altri paesi dalla tradizione ferroviaria decisamente meno blasonata.
La terza, invece, le vedrebbe radiate entro tre anni, dopo una carriera decisamente breve e molto poco gloriosa.