Completato a Saint-Martin-la-Porte in Francia lo scavo dei primi 10,5 km del tunnel di base della linea ferroviaria Torino-Lione.
Nella tarda mattinata di oggi 28 aprile, con una cerimonia alla presenza di Hubert Du Mesnil e Mario Virano, rispettivamente presidente e direttore generale di Telt, società incaricata di costruire e gestire la nuova infrastruttura, è stato abbattuto all'interno della galleria l'ultima parete di roccia che congiunge i nove chilometri scavati dalla fresa e l'ultimo chilometro e mezzo realizzato con metodo tradizionale.
Il tunnel di base sarà realizzato per 45 km in Francia, per i restanti 12,5 in Italia. L'intera opera si estende per 270 km. E' stata questa la parte più complessa, in uno dei punti più delicati della montagna tra Francia e Italia per la presenza di una lunga faglia carbonifera. Si tratta, hanno sottolineato i vertici di Telt, del secondo cantiere dei lavori definitivi dell'opera che si conclude "nel rispetto dei tempi e dei costi", dopo quello per la realizzazione del portale d'ingresso a Saint-Julien-Montdenis terminato nell'autunno 2021.
Parallelamente sono già iniziati i lavori assegnati nel luglio dell'anno scorso per completare il tratto francese del tunnel in cui passeranno i treni. Nell'opera sono al momento impegnate oltre 1.000 persone nei 10 cantieri aperti fra Italia e Francia.
"Oggi è per noi una giornata di grande soddisfazione - ha detto Virano -, questo ultimo chilometro e mezzo di lavoro ci ha consentito di acquisire tutti gli elementi conoscitivi da mettere nei capitolati in modo che le imprese che devono scavare la galleria gemella a 50 metri di distanza (la seconda canna del tunnel, ndr) non abbiano più la scoperta delle criticità ma sappiano già quello che si troveranno e che cosa dovranno fare".
"Tutti i tre miliardi e 300 milioni di euro di lavori che abbiamo appaltato - ha sottolineato Virano - sono in fase di avvio. Dovranno essere ordinate le frese, poi saranno l'installati i cantieri. E a fine anno chiuderemo la negoziazione della gara italiana: prevediamo di firmare il contratto all'inizio del nuovo anno, Ucraina permettendo sul fronte dell'approvvigionamento dei materiali".
"La previsione - ha aggiunto - è quella di finire tutti i lavori nel 2030, compreso anche l'allestimento tecnologico. Poi ci sarà circa un anno e mezzo di pre-esercizio e di prove: saremo quindi pronti e operativi a partire dal 2032". Virano ha spiegato che mentre con la fresa si scavava a un ritmo dai 15 ai 30 metri al giorno, con il metodo tradizionale del martellone idraulico la velocità scende a 30-50 centimetri al giorno.
Per sostenere le pareti della galleria devono essere messe delle centine di acciaio che scorrono una dentro l'altra e possono deformarsi, in modo da non spezzarsi. Quando la montagna è assestata viene fatto il rivestimento in calcestruzzo che blocca il tutto. Si parte scavando una galleria di diametro piccolo, che viene via via rinforzata e allargata fino alla dimensione definitiva.
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