Si annunciano tempi difficili per i pendolari in Piemonte. L'emergenza sanitaria finisce, ma il numero di treni in servizio prima del Covid non tornerà più.
Il servizio proseguirà all'80%, come è stato negli ultimi due anni, quando Regione Piemonte e Trenitalia hanno concordato una riduzione del 20% delle corse ferroviarie. Inizialmente, durante i mesi di lockdown, il taglio era stato maggiore, poi il numero di corse è pian piano salito, fino a fermarsi all'80% rispetto a quello pre-pandemia.
Il taglio delle corse è servito anche a far quadrare i conti, con Trenitalia che ha portato la Regione in tribunale per ottenere più risorse. In attesa di sanare i contenziosi del passato, nel nuovo contratto, in vigore dal 1 luglio, la Regione ha stanziato 15 milioni in più all'anno per 10 anni, ma ha tagliato i servizi.
"Aggiungiamo 150 milioni in dieci anni, per garantire servizi che già oggi sono presenti, ma che, senza queste risorse, avremmo dovuto tagliare in alcune tratte" ha detto in Commissione trasporti l'assessore regionale Marco Gabusi annunciando anche la sostituzione di 32 treni. "Il servizio non potrà tornare ai livelli pre-Covid perché non è più sostenibile - ha chiarito l'assessore - Mi risulta che oggi ci sia l'83-84 per cento delle corse del periodo pre-Covid, ma è servito il 93 per cento dei passeggeri rispetto al 2019".
Secondo Gabusi, poi, la Regione, messo in equilibrio il contratto con Trenitalia – 1,3 miliardi in 10 anni - è nelle condizioni di trovare risorse per riattivare almeno alcune delle dodici linee che sono state sospese nel 2012. Tra queste la Pinerolo-Torre Pellice, la Novara-Varallo, la Arona-Santhià, la Asti-Alba, la Savigliano-Saluzzo, e la Alessandria-Castagnole. "Abbiamo chiesto a Trenitalia di fare un preventivo di quanto costerebbe riaprire linea per linea – ha detto – in modo da poterlo fare man mano che si individuano le risorse".
Immediato arriva il dissenso delle opposizioni. "È davvero difficile pensare che si possano riattivare le tanto attese linee sospese visto che di fatto il Piemonte “taglia” il servizio ferroviario regionale che già oggi è ampiamente insufficiente" dice il consigliere del Pd Alberto Avetta.
"A causa dell’emergenza sanitaria e dei lockdown, negli ultimi due anni Trenitalia ha ridotto i servizi ferroviari regionali.
Superata la fase più critica, in tutte le Regioni i servizi sono stati completamente ripristinati.
In Piemonte, invece, ci siamo fermati all’80% e oggi sono attive solo 8 corse rispetto alle 10 pre-Covid" chiarisce il consigliere.
Critiche arrivano anche dall'esponente M5S Ivano Martinetti: "È un bilancio amaro per i pendolari piemontesi. Il contratto costa di più, per un servizio uguale a quello attuale, dunque insufficiente".
L'articolo integrale su la Repubblica.