In un confronto voluto dal viceministro alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, Teresa Bellanova, si è discusso del futuro dello scalo merci di Surbo, rimasto inutilizzato dal 2009.

Il terminale ferroviario era stato oggetto di un bando per la vendita, poi andato deserto. Ma Bellanova non si dà per vinta: “Considero la necessità di rilanciare quell’infrastruttura - ha spiegato - nel quadro di una scenario più vasto e in veloce evoluzione: dalle azioni previste nel Pnrr  in fatto di cura del ferro, portualità, infrastrutture per la mobilità di merci e persone ai 5 miliardi destinati in legge di bilancio alla velocizzazione della linea Adriatica Lecce-Bologna, dalla ridefinizione delle mappe Tent-T proposte dalla Commissione europea alla presenza sempre più determinante per l’attrazione di investimenti delle due Zes Adriatica e Jonica, a maggior ragione dopo il nostro decreto che a questi due bacini destina circa 117 milioni.

Come ministero abbiamo nuovamente confermato l’impegno a finanziare il progetto di valorizzazione e riattivazione dello scalo con risorse nazionali. L’investimento sarà quantificato a valle della valutazione tecnico progettuale per cui abbiamo già incaricato RFI e Sistemi Urbani”.

Alla riunione hanno partecipato il coordinatore della Struttura Tecnica di Missione del ministero, il professor Giuseppe Catalano; l’amministratore delegato di Sistemi Urbani (Gruppo FS), Umberto Lebruto, il direttore commerciale RFI, Cristian Colaveri, e l'assessore alle Attività produttive della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci.

“È stato un incontro operativo - ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico Delli Noci -, finalizzato ad effettuare un’analisi e una valutazione dei punti di forza e di debolezza dello scalo di Surbo, evidenziando tutte quelle perplessità di natura tecnica per le quali il bando è andato deserto. Ci siamo soffermati sul tipo di opere infrastrutturali che è indispensabile finanziare e l’impegno del ministero alle Infrastrutture e Mobilità sostenibili in questo senso ci rassicura, essendo quella un’infrastruttura a servizio della logistica pugliese e meridionale fondamentale per lo sviluppo di tutte quelle aziende che ad oggi non hanno potuto trasportare le proprie merci su ferro. L’aumento dei costi del carburante rende ancora più necessaria e urgente quest’opera”.

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