L’ex Ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha dichiarato di non rinunciare alla prescrizione nel processo di appello bis per la Strage di Viareggio.
Nel primo appello invece Moretti aveva rinunciato alla prescrizione. L’ex ad di Ferrovie dello Stato è stato condannato a 7 anni in primo e secondo grado. La Cassazione annullando con rinvio la sentenza ha stabilito che dovesse chiarire di nuovo in appello bis l'intenzione di rinunciare o no alla prescrizione dal momento che vi rinunciò prima che cadesse in prescrizione l'accusa di omicidio colposo plurimo venuto meno per la caduta dell'aggravante della violazione di norme sulla sicurezza sul lavoro.
Alcuni famigliari delle vittime della strage hanno contestato, gridandogli contro «vergogna, vergogna». Il processo d’appello bis è stato aggiornato al 7 aprile. In mattinata, prima che iniziasse la prima udienza del processo di appello bis, i familiari delle vittime hanno raggiunto il palazzo di giustizia con un corteo: «Vogliamo verità e giustizia», hanno detto, sfilando con le immagini delle vittime.
Si è anche svolto, un presidio davanti al palazzo di giustizia con striscioni e cartelli, al quale hanno preso parte in segno di solidarietà alcuni sindacalisti dei ferrovieri e una delegazione di operai della ex Gkn di Campi Bisenzio. Le magliette bianche con le foto delle 32 vittime sono state appese nell'aula dell'udienza.
Riuniti nell'associazione “Il Mondo che vorrei”, i familiari delle vittime, hanno diffuso un volantino in cui si legge: «La Suprema Corte di Cassazione con la sua pronuncia vergognosa ha mandato in prescrizione l'omicidio colposo, non ha voluto guardare Viareggio per ciò che è stato: “un incidente sul lavoro".
Questo influirà negativamente sulla ricerca della verità per i processi in corso (Rigopiano, Pioltello, ecc.) e per quelli che si apriranno prossimamente (Ponte Morandi, Funivia Stresia Mottarone). Sarà un salvacondotto per le imprese che se ne infischiano della sicurezza! Questa sentenza è l'espressione massima dell'incapacità della giustizia di essere al servizio dei cittadini.
Quanto tempo, quanti soldi pubblici sprecati, quante manovre di palazzo per cercare di salvare ciò che nemmeno con i più incredibili artifizi sono riusciti a coprire? Due cose che la Cassazione non è riuscita a nascondere, le colpe degli Ad di FS e di Gatx e le responsabilità accertate, date della totale mancanza di manutenzione aggravata e dall'assenza dei relativi controlli».
L'articolo integrale su La Stampa.