L’amministratore delegato di RFI, Luigi Ferraris, ha inviato una lettera al sindaco di Chieti, Diego Ferrara, e al presidente del Consiglio comunale, Luigi Febo, in vista della seduta straordinaria del Consiglio comunale di Chieti, in programma domani, alla quale i vertici di Rfi sono stati invitati a partecipare per discutere del progetto che prevede il raddoppio della Roma-Pescara.

Il tutto perché, come ampiamente reso noto anche da Ferrovie.Info, il progetto suscitato preoccupazione in quelle parti in cui il nuovo tracciato prevede l’abbattimento di edifici.

“La lettera ha un tono colloquiale e aperto – dicono Ferrara e Febo – in linea anche con la nostra richiesta di attenzione. Si tratta di un segnale importante di disponibilità al dialogo, che apprezziamo e che consideriamo una base della concertazione che deve svilupparsi sul progetto. Ferraris ci mette al corrente che il raddoppio condensa gli sforzi più grandi della Holding per realizzare il progetto, ci ricorda la sua importanza strategica per la connettività fra regioni e all’interno della penisola e sottolinea l’attenzione di Rfi all’accettabilità dei territori. Questo passaggio può a nostro giudizio essere considerato l’inizio di un dialogo per limare le durezze dell’impianto progettuale attuale, adeguandolo ai territori e rispondendo alle istanze in arrivo da essi e alle possibili alternative”.

“Al momento sull’opera si è aperto il dibattito pubblico ed i lotti dei progetti sottoposti al vaglio dei territori interessati – si legge nella lettera di Ferraris – saranno illustrati con particolare riguardo alle caratteristiche dei tracciati, alle specifiche di progetto di fattibilità tecnico economica, agli impatti sull’ambiente, sul paesaggio, sull’economia dei territori interessati e saranno condotti in questa fase dal coordinatore del dibattito pubblico e comunicati alla stazione appaltante e al commissario e direttore investimenti di RFI, Vincenzo Macello” .

Ferraris evidenzia che tra gli obiettivi che il Paese si è dato nell’ambito del Pnrr, c’è la realizzazione e l’ammodernamento di molte linee ferroviarie ormai non più rispondenti alle necessità di connessione sempre più complesse che vengono dai territori. “Questa è forse la sfida più impegnativa - conclude Ferraris - che il Gruppo Ferrovie dello Stato e le sue società affronteranno negli anni che ci dividono dal 2026”.

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