Il periodo è di quelli difficili e forse non il migliore per fare analisi.
Il Covid continua a picchiare duro e le limitazioni governative e la paura fermano i viaggi con la stagione fredda che certamente non aiuta.
Fatto sta che, al netto di tutte queste validissime scusanti, il servizio Frecciabianca in Sicilia sembra non decollare.
A tirare le somme sui primi mesi di esercizio è Sicilia in Progress che sostiene (e non abbiamo motivo di dubitarne), di disporre dei numeri reali fatti registrare fin qui dalla prima Freccia sull'isola.
Secondo quanto riferito l'occupazione media sarebbe di soli 20 viaggiatori per treno su 250 posti disponibili, una cifra che se confermata restituirebbe poco di cui essere allegri.
Secondo il blog siciliano "L’utenza, invero esigua, che il treno ha intercettato, è in realtà tutta regionale. Un tipo di utenza che magari preferisce spendere un po’ di più per avere un servizio più confortevole, ma che di certo non lo fa per un vantaggio di pochi minuti o addirittura nullo. Perché sappiamo che ci sono treni regionali che addirittura coprono il percorso tra Palermo e Catania in tempi inferiori".
Sempre stando alle parole di Sicilia in Progress "chi ha concepito l’idea del cosiddetto “traghettamento dinamico” non ha compreso che dalla Sicilia al continente il viaggio è compiuto principalmente da due tipologie di utenti: coloro che compiono il viaggio con un bagaglio molto ingombrante difficilmente imbarcabile in aereo, se non a costi esorbitanti; e coloro che all’aereo hanno molte difficoltà ad accedere perché magari risiedono in quei comuni della fascia Costiera tirrenica che raggiungono il più vicino aeroporto in non meno di due ore.
Due utenze clamorosamente ignorate da chi ha concepito il nuovo servizio come agevolazione per i collegamenti da e per il continente. E che magari immaginava di vedere scendere i passeggeri a Messina con tutte le valigie per percorrere gli oltre 200 metri che separano la stazione dall’imbarcadero, superare i gradini e gli ostacoli vari che si frappongono all’imbarcazione e partire in aliscafo verso la Villa San Giovanni.
Qui ripetere il tutto, in senso inverso, per poi salire sul treno ad Alta Velocità e raggiugere la destinazione agognata nel continente. Il tutto in stazioni, sia Messina che Villa San Giovanni, che non sono dotate di scale mobili o tapis roulant".
Per ora, dunque, il giudizio è tranchant anche se tra i lettori che hanno commentato la notizia sui social non sono in pochi a ipotizzare un miglioramento della situazione già dalla primavera quando tutte le condizioni per gli spostamenti dovrebbero tornare favorevoli. Vedremo.
L'articolo completo è disponibile cliccando qui.