I lavori per il completamento del passante ferroviario di Torino termineranno entro il 2023.
Restano inoltre confermati i finanziamenti sulla linea Torino-Ceres. Tuttavia, per quanto riguarda i disagi, ai pendolari e agli studenti non resta che avere pazienza. A fare il punto della situazione è stato l'assessore regionale ai trasporti, Marco Gabusi, dopo l'interrogazione del consigliere Pd, Alberto Avetta.
«Non resta che augurarci che il termine dei lavori del passante ferroviario non slitti ulteriormente, e che non si debbano registrare intoppi nel passaggio di gestione da GTT a Trenitalia - dice Avetta - purtroppo continuano le criticità, in particolare per coloro che devono utilizzare la navetta bus a Borgaro per raggiungere Torino, con mezzi affollati e persone lasciate a piedi per mancanza di spazio. Scene che si ripetono con frequenza. Purtroppo, per ora, non ci resta che attendere il 2023».
«Rispetto al sistema complessivo della Torino-Ceres - ha spiegato l'assessore Gabusi - posso dire che i lavori sono nei tempi e che dovremo concentrarci tutti, e lo farò anche con il comune di Torino e con GTT, sulla parte burocratica amministrativa, perché i lavori sono in orario, siamo riusciti ad ottenere i finanziamenti e non possiamo, come sistema Piemonte, mancare all'appuntamento del 2023».
«Credo che per una volta non sia il problema del cantiere, seppur complicato - ha aggiunto Gabusi - ma dovrà esserci l’attenzione sulla parte burocratica, sul collaudo della linea e sulla parte di passaggio di gestione. Quell'asse collega l'aeroporto di Caselle che è il più importante del Piemonte, collega il centro di Torino, collega l'Alta Velocità e quindi abbiamo tutto l’interesse che si compia velocemente».
In merito ai disagi attuali Gabusi ha sottolineato che le corse ferroviarie arrivano in coincidenza con uno o più bus navette: «E' un sistema che dovrebbe funzionare alla perfezione, ma è chiaro che vi possono essere altri disagi che complicano la programmazione. L’offerta dei posti previsti sembra essere dimensionata. Ciò non vuol dire che i treni o i pullman non siano affollati, ma sappiamo che l’80% è una norma che ci ha dato il CTS e che deve essere rispettata. Difficile immaginare di fare di più».