Sono 13 le linee regionali su cui entreranno in esercizio i primi treni a idrogeno.

Lo rende noto la Repubblica citando Mauro Coltorti, presidente della Commissione Lavori pubblici e Trasporti del Senato. Inizialmente le regioni interessate saranno Lombardia, Umbria, Abruzzo, Puglia, Calabria e Sicilia. Subito dopo toccherà a Sardegna, Piemonte, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna. 

Nel dettaglio, le linee sono la Cuneo-Ventimiglia e la Novara-Biella in Piemonte, la Brescia-Iseo-Edolo in Lombardia, la Lucca-Aulla e la Firenze-Faenza (Faentina) tra Toscana ed Emilia-Romagna, la Terni-Rieti-Sulmona, che attraversa Umbria, Abruzzo e Lazio, e la Alghero centro-aeroporto in Sardegna. Verso sud troviamo la Lecce-Leuca in Puglia, la Reggio Calabria-Catanzaro e, in Sicilia, le tratte Siracusa-Modica, Modica-Gela, Gela-Canicattì e Gela-Lentini.

I treni a idrogeno permetterebbero di abbattere le emissioni di gas serra del 40%. Uno studio sostiene che questa tipologia di mezzi è competitiva su servizi di ultimo miglio e su linee a basso traffico, dove viaggiano fino a 10 treni al giorno diventando però vantaggiosi su tratte superiori ai 100 chilometri e dove possono correre fino a 18 ore continuative senza soste (solo 20 minuti) per il rifornimento.

Il rovescio della medaglia è tuttavia il costo dell’energia che grava sulla produzione di idrogeno pulito. I treni alimentati con questo sistema si dimostrano convenienti fintantoché l’energia per farli muovere si mantiene sotto i 50 euro per megawatt/ora. Invece, la crisi energetica degli ultimi mesi ha spinto il prezzo unico nazionale dell’energia elettrica oltre i 200.

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