Il 24 febbraio 1977 è una data molto importante nella storia delle ferrovie italiane.
Viene infatti inaugurata la prima tratta della "Direttissima" tra Roma e Firenze.
Poco meno di centoquaranta chilometri realizzati in quasi sette anni, al costo di circa trecento miliardi dell'epoca, tra le località di Settebagni e Città della Pieve.
Si tratta del primo tassello della nuova infrastruttura ferroviaria progettata dai primi anni Sessanta dagli uffici tecnici delle Ferrovie dello Stato per velocizzare il trasporto su ferro di persone e merci lungo l'itinerario Firenze-Roma.
Il progetto nasce dalla consapevolezza di dover modernizzare le linee e ridurre i tempi di percorrenza dei treni tra le maggiori città del Paese, in particolare sull'asse che collega Milano a Napoli, per contrastare la concorrenza dell'autotrasporto.
Le specifiche tecniche e gli attributi del progetto "Direttissima" qualificano tale tracciato come "linea ad alta velocità", la prima in Europa a poter vantare simili caratteristiche e idonea a far correre treni fino a 250 km/h.
Purtroppo, però, il primato resta scritto per molti anni solo sulla carta perché tra programmi integrativi, revisioni dei progetti esecutivi e varianti in corso d'opera la "Direttissima" sarà completata solo 15 anni più tardi, con l'apertura del tratto Valdarno-Arezzo il 26 maggio 1992.
Sfortunatamente, non è tutto. Perché, fatta la linea, mancano i treni che possano sfruttarne appieno le potenzialità, almeno nei primi anni.
Così, mentre in alte nazioni che sono partite successivamente i treni corrono, quelli italiani restano al palo.
Fino alla metà degli anni Ottanta non si ha quasi nessuna evoluzione nei progetti e nei prototipi di elettrotreni con velocità superiori ai 200 km/h e la macchina più veloce resta la "Tartaruga" E.444.
C'è in realtà in corso il progetto dell'ETR 401 che però vedrà la luce con rotabili in serie solo nel 1988 con l'entrata in servizio degli ETR 450.
La ripresa dell'interesse verso l'AV, del resto, denota incertezze strategiche perché da un lato le FS incentivano lo sviluppo di questo tipo di convoglio che però è ancora piuttosto "tradizionale", dall'altro progettano l'ETR 500 che è in grado di operare a 300 km/h ma che a quel punto non ha linee per raggiungere una simile velocità.
Ad ogni modo, a partire dal 26 maggio 1992 si inizia a correre, sia con gli ETR 450 che con i primi ETR 500 monotensione.
Quello che sembra un inizio promettente, dopo un avvio stentato, si trasforma invece in una fine.
Già, perché per tutto il decennio non si torna a parlare di nuove linee ad Alta Velocità e la Direttissima rimane la sola tratta in tutto il Paese.
Tutto cambia con il nuovo secolo quando finalmente ci si rende conto che bisogna stare al passo coi tempi.
Un po' tardi, se si pensa che l'idea si era avuta 30 anni prima, ma meglio tardi che mai.
Arrivano quindi in rapida successione le tratte tra Roma e Napoli e tra Firenze e Milano con diramazione su Torino.
Nel frattempo, tuttavia, di input tecnologici ce ne sono stati molti e la "Direttissima" diventa vecchia.
È infatti l'unica di tutta la rete AV a poter essere percorsa "solo" a 250 km/h, la sola alimentata ancora a 3 kV cc anziché a 25 kV ca e la sola provvista, per tanti anni, del segnalamento tradizionale.
Resta però la prima linea AV del nostro Paese, probabilmente quella ragionata meglio con le sue interconnessioni e la possibilità di essere percorsa sostanzialmente da ogni treno.
E così sarà, visto che su di essa, a differenza delle nuove arrivate, sono passati convogli più o meno prestigiosi, elettrici, Diesel e persino a vapore.
Una linea che in futuro è destinata a cambiare, ad evolversi con l'arrivo dell'ERTMS ma che resterà sempre nella mente degli appassionati per la sua unicità, a partire dai caratteristici portali a traliccio che la differenziano da tutte le altre linee AV.