La stranezza di questo caldissimo sabato di metà luglio viene, stavolta, dal Portogallo.

Le ferrovie statali portoghesi minacciano di portare in tribunale Meta, il colosso digitale padrone di Facebook.

La causa dei dissapori sta nel fatto che il social di Mark Zuckerberg blocca le azioni di tutti gli utenti che cercano informazioni sui treni portoghesi usando il motore di ricerca di Facebook, perché associa la sigla che è l'acronimo di Comboios de Portugal a una azione illegale.

Il social, bannando i messaggi, risponde con un lungo messaggio di avviso, seguito da due link che servono a inviare una segnalazione di un contenuto sospetto o a chiedere «un aiuto confidenziale».

Gli amministratori delle ferrovie portoghesi si sono accorti del problema lo scorso febbraio e da allora hanno tentato più volte di risolverlo, finora senza successo, entrando in contatto con gli americani di Meta e spiegando il qui pro quo linguistico che non riportiamo più dettagliatamente per non incorrere nella stessa censura.

L'algoritmo del social network dimostra di essere tutt'altro che perfetto, l'assurdo è che nemmeno una organizzazione grande come la ferrovie portoghesi riesca ad uscire da una situazione che si potrebbe risolvere in pochi minuti.

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