Al termine della Prima Guerra Mondiale “organizzando il trasporto del milite ignoto le ferrovie italiane unirono un Italia lacerata dal conflitto, e lungo quei binari si celebrò la comunione spirituale degli italiani che, inginocchiati sui marciapiedi delle stazioni, si raccolsero attorno a quello che rappresentava il figlio di tutti”.

Lo ha detto l’amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Luigi Ferraris, in occasione dell’arrivo alla stazione Termini di Roma del "Treno della Memoria".

“Sono orgoglioso di essere qua e di rappresentare il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane all’arrivo del treno della memoria oggi, 4 novembre, giorno in cui si celebra dell’Unità nazionale e delle forze armate – ha proseguito -.

La storia del Paese è la storia delle ferrovie da sempre camminano insieme e all’unità nazionale – ha sottolineato -.

Stamattina accogliamo il treno che ha proseguito lungo tutta l’Italia il viaggio intrapreso lo scorso anno in occasione del centenario della traslazione della salma del milite ignoto.

L’obiettivo al quale abbiamo è chiaro: tramandare con forza alle generazioni presenti e future il potente messaggio che il milite ignoto reca con se – ha concluso Ferraris -.

Un messaggio di unità, libertà e pace. Lo spirito di appartenenza a una nazione per difendere la quale migliaia giovani cento anni fa hanno immolato la loro vita”.

I significati che porta con se la celebrazione annuale del Treno della Memoria “è importante non siano significati di un giorno ma dell’impegno quotidiano a ricordare chi ha dato la vita per la libertà di cui godiamo”, nella speranza che questo esempio “possa servire come monito perché la guerra non sia più parte della cronaca quotidiana”.

Lo ha detto il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, in occasione dell’arrivo alla stazione Termini di Roma del "Treno del Milite Ignoto".

“I sentimenti che emergono in queste circostanze sono di emozione nel ricordare chi ha donato la vita e di speranza che questo esempio che viene ricordato possa servire come monito perché la guerra non sia più parte della cronaca quotidiana – ha spiegato Abodi -.

La storia non è riuscita ad insegnare quanto la guerra debba essere contrastata e prevenuta, nella scelta della pace.

Mi auguro che il significato quotidiano di questo viaggio – ha concluso – possa sedimentarsi e consolidarsi nelle coscienze collettive perché il nostro impegno sia quello di generare socialità, umanità e collaborazione”.

Il convoglio è arrivato nella principale stazione di Roma con in testa la 640.003 appositamente giunta ieri da Pistoia trainata dalla E.626.294 che a Termini era in coda al convoglio.

Foto di Giovanni Gardenghi

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