"C’è un’arma segreta dietro la resistenza ucraina, un’arma lunghissima e capillare, capace di raggiungere ogni obiettivo: sono i suoi treni, la sua rete ferroviaria.

E c’è un uomo che i russi vorrebbero ammazzare appena possibile, l’obiettivo numero 2 dopo il presidente Zelensky: è il capo delle ferrovie ucraine".

Questo il suggestivo incipit dell'articolo di approfondimento pubblicato oggi sull'edizione on line del Corriere della Sera.

Un pezzo in cui si sottolinea ancora una volta, il ruolo importante e strategico che la ferrovia sta giocando a vario titolo in questa guerra.

Prosegue infatti l'articolo "Perché? Perché i treni stanno salvando il Paese, o — volendo parcheggiarsi più prudentemente tra realismo e pessimismo — stanno rimandando sine die la sua distruzione e la sua resa.

I treni, infatti, fanno un sacco di cose.

Fanno scappare rapidamente i profughi. Portano tonnellate di aiuti alle zone sotto assedio. Portano le armi che l’Occidente fa arrivare, i missili anticarro e i droni che hanno spiazzato (in certi casi spazzato) i russi. Trasportano le truppe nelle città del fronte e, incredibilmente, "continuano a esportare tutto ciò che l’Ucraina può produrre in queste condizioni di guerra".

Ma c'è di più. Chi è l'uomo di cui si parla come l'obiettivo numero 2 dell'esercito russo, e perché è tanto temuto? 

Oleksandr Kamyshin, 37 anni, il presidente della Rete ferroviaria ucraina "si sposta di continuo per non essere rintracciabile, sempre protetto da guardie del corpo. Non vede la moglie e i due figli da tre settimane". 

L'articolo integrale sul Corriere della Sera

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