Ieri mattina la procura ha assegnato all’esperto informatico bolognese Michele Ferrazzano l'analisi delle interazioni tra i dispositivi elettronici in dotazione al macchinista e il mondo esterno nel momento dello scontro tra il Frecciarossa e il Regionale tra Faenza e Forlì.
Lo rende noto Il Resto del Carlino.
Secondo quanto finora emerso dalla verifiche della Polfer, il Frecciarossa, retrocedendo per cause ancora al vaglio, ha urtato il Regionale: sei almeno i feriti, di cui nessuno grave (30 al massimo i giorni di prognosi).
Al 44enne che era al banco dei comandi dell'ETR 600, come disposto dal pm Silvia Ziniti, erano stati sequestrati due telefonini - il suo e quello di servizio - e il tablet di servizio.
Ed è sui tre dispositivi che l’esperto incaricato dal pm, dopo avere fatto copie forensi, dovrà concentrarsi.
In particolare dovrà descrivere tutte le interazioni manuali sugli apparecchi effettuate tra le 18 di quella domenica e il momento del sequestro (la notte del 12 dicembre, martedì).
Vedi chiamate fatte e ricevute, messaggi inviati e ricevuti, siti consultati. E ancora uso di app, operazioni di sblocco.
Inoltre per ciascuna interazione, il consulente dovrà individuare orario e ogni altra informazione di eventuale rilievo.
Per capire come sia avvenuta la collisione tra treni, il pm potrebbe anche affidare l’incarico per la maxi-consulenza.
Verrà coinvolto un ingegnere specializzato in incidenti ferroviari individuato grazie alle indicazioni fornite dalla procura di Bologna.
Nell’occasione, la rosa degli indagati - come atto dovuto - potrebbe naturalmente allargarsi.
E proprio per preservare per quanto possibile lo stato delle cose, i due convogli si trovano sotto sequestro sin dalla notte stessa dei fatti. Tra il materiale fin qui sequestrato, figurano anche i libri di bordo.
Intanto Today.it avanza una possibile ricostruzione dello scontro che ovviamente va presa per quel che è, visto che sull'accaduto c'è un'indagine della magistratura che è appena agli inizi.
Secondo il plurisettimanale telematico: "Una fonte interna di Ferrovie rivela a Today.it che alla guida del ETR c'era un giovane macchinista: era al telefono col suo tutor per risolvere un problema a un carrello.
Sarebbe sceso per andare a controllare il guasto, ma senza chiamare il capotreno in cabina come da protocollo, e lasciando il treno in folle (termine improprio, ndr).
A causa del tracciato in leggera pendenza, il Frecciarossa si è mosso in retromarcia finendo per impattare contro un altro treno che ne ha così fermato la corsa.
Trenitalia interpellata sul caso si limita a comunicare che sulla dinamica dell'incidente sono in corso approfondimenti e che è stata nominata una commissione interna per accertare i fatti.
Quello che si esclude è che il macchinista abbia ricevuto pressioni dall'azienda 'per compiere attività non conformi ai regolamenti o per velocizzare le operazioni, in quanto a bordo del treno viaggiava l'amministratore delegato di RFI Gianpiero Strisciuglio'.
Al netto della dinamica, commenta la fonte, 'se non ci fosse stato il treno regionale chissà dove avremmo recuperato il Frecciarossa'".