Gts, l’azienda ferroviaria intermodale da 160 milioni di fatturato annuo, annuncia i propri piani di sviluppo durante un incontro a Bari con le aziende e la comunità finanziaria.

La società, che già ha aperto il proprio capitale cedendo il 25% delle azioni di famiglia nel 2021, è a caccia di capitali freschi per un ambizioso programma di sviluppo e punta ad investimenti legati soprattutto alla sostenibilità.

L'obiettivo è trasformarsi  nei prossimi 5 anni in una public company attraverso la quotazione sui mercati.

Tra i progetti, già nero su bianco, anche un nuovo amministratore delegato per Gts Rail. Si tratta di Pasquale Todisco che, attuale direttore finanziario, sarà in carica dal prossimo 1 gennaio.

Lo spiega Alessio Muciaccia, ceo del gruppo, durante l'incontro nel capoluogo pugliese al quale sono presenti le maggiori aziende clienti, come Barilla, i fornitori, tra cui Alstom e gli esperti del mercato.

Scopo del meeting "trovare match tra tutti quelli che hanno investito", spiega Muciaccia.

La situazione economica generale non è semplice: "l'uscita dal covid è stata segnata da entusiasmo ma poi ci siamo imbattuti nelle guerre, la crisi energetica, è tornata l'inflazione e l'impatto sui consumi.

Siamo in piena stagflazione (stagnazione e inflazione insieme, ndr) nonostante si parli di lieve ripresa. Ma si tratta di una ripresa da 'zero virgola' oltretutto strettamente connessa all'iniezione di liquidità del Pnrr senza il quale molti Paesi europei sarebbero già in piena recessione".

In questa situazione Gts "vuole essere un game-changer, cambiare le regole del gioco" e per far questo punta innanzitutto alla sostenibilità: "concetto che in questo momento di crisi sta passando in secondo piano - dice - con la Germania, ad esempio, che sta riaprendo le centrali a carbone.

Quindi la scelta di Gts è quella di puntare sulla sostenibilità come driver principale nel medio e lungo periodo puntando tutti i nostri progetti ed investimenti in questa direzione".

Muciaccia difende la scelta di aprire il capitale nel 2021 con la cessione del 25% al fondo Marguerite: "non volevamo perdere il treno - dice usando una metafora - e per non farlo dovevamo comprarlo, quel treno".

Insomma una scelta "azzeccata" considerata poi la "cura da cavallo" dei tassi di interesse e l'enorme costo del denaro 'fresco' che consentirà di "raddoppiare l'azienda nei prossimi 5 anni" e che ha consentito ad oggi 150 milioni di investimenti".

Muciaccia ricorda infine le proiezioni sul bilancio in corso: 160 milioni di fatturato, collaboratori raddoppiati in 5 anni, 400 a fine 2023, 230 milioni di investimenti dal 2008 con un impegno di 150 treni a settimana.

Impegno destinato a crescere a breve. "Se non ci divertiamo - sintetizza la mission Muciaccia - cosa lo facciamo a fare?".

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