Il progetto H2iseO procede spedito tra curiosità, certezze ma anche qualche critica.

Mentre in zona non si parla di altro, il deposito dell’idrogeno di Rovato è già in essere, i cantieri di Iseo, Edolo e Brescia partiranno nella primavera del 2024 e soprattutto, sempre in quel periodo, lungo la Rovato - Bornato si terranno le prime corse di prova dei nuovi treni Alstom che, per entro mesi dovranno essere autorizzati e omologati.

Questo lo stato dell’arte e il cronoprogramma dei lavori proposto nel primo di una serie di incontri pubblici di presentazione alla popolazione del Sebino.

"I treni, presentati in ottobre a Expo Ferroviaria, sono già in Germania per l’allestimento - ha sottolineato il direttore del progetto Stefano Erba -. L’intera operazione è stata finanziata per 177 milioni di euro di cui 97 dal PNRR e 80 di Regione Lombardia; FNM ha contribuito con 71 milioni per l’acquisto dei treni".

All'incontro erano presenti gli amministratori del territorio, i sindaci dei paesi toccati dalla linea e alcuni cittadini di Iseo, il comune che con il deposito di via Ninfea risulta essere quello più centrale, snodo chiave dell’intero progetto, nonché quello che desta più timori e preoccupazioni per la vicinanza a numerose case.

"Perché non si è optato per l’elettrificazione della linea?" è la domanda principale a cui ha risposto Caradonna: "Perché il territorio ha una conformazione troppo complessa con 28 gallerie di inizio ‘900 che non avrebbero supportato opere interne né ridimensionamento, perché la linea sarebbe stata chiusa almeno tre o quattro anni e perché i costi sarebbero stati analoghi se non maggiori.

Abbiamo preso a confronto la tratta Lecco - Como, di 22 km in fase di elettrificazione ne abbiamo avuto conferma, considerati i 103 km della linea Brescia - Iseo - Edolo a singolo binario con un dislivello di oltre 600 metri".

Non solo opinioni positive, tuttavia, come dicevamo.

Alle minoranze in Comune a Iseo e ad alcuni Gruppi Consiliari in Loggia a Brescia il progetto voluto da Regione Lombardia non piace nella formula in cui è presentato e specie perché i convogli funzioneranno a idrogeno grigio, ottenuto da combustibili tradizionali.

Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico si oppone con forza.

"Si rinunci alla prevista opzione di acquisto di ulteriori otto treni ad idrogeno, dopo i 6 già acquistati, e con i 100 milioni risparmiati si investa sulla linea - dice il consigliere comunale Marco Biasutti -.

L’idrogeno nella stazione di Iseo sarà prodotto bruciando idrocarburi e non per elettrolisi, è sbagliata la scelta politica di investire più di 400 milioni nella trasformazione della linea ad idrogeno, con l’innalzamento dei costi di gestione da 4,5 a più di 9 milioni annui, senza migliorare di una virgola il servizio".

Dello stesso parere le minoranze in Comune a Iseo.

"Purtroppo hanno scelto l’opzione peggiore per ragioni economiche - interviene Pieranna Faida di Progetto Iseo - bisognava prevedere l’impianto di produzione e stoccaggio in valle, accanto a una centralina idroelettrica e non a Iseo, vicino al centro abitato".

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