"Giugno 2026 per il Terzo Valico e il passante di Genova, al netto dei problemi geomorfologici che si stanno affrontando e delle difficoltà che non vanno banalizzate, sono la linea del Piave.
Quindi: resistere, resistere, resistere. Il Terzo Valico deve restare finanziato dal Pnrr così com'è".
Queste le dichiarazioni rilasciate in un'intervista all'agenzia Dire, dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, dopo il retroscena rivelato dal Foglio, secondo cui nel governo sarebbe in atto un scontro tra i ministri Raffaele Fitto e Matteo Salvini per l'intenzione del primo di stralciare il finanziamento di 3,97 miliardi del Terzo Valico ferroviario dei Giovi dal Pnrr.
Secondo Fitto, infatti, le difficoltà incontrate negli scavi delle gallerie, con le talpe a lungo ferme, non consentirebbero di rispettare le scadenze del Piano europeo. "Fitto vuole sistemare il Pnrr in modo da metterlo in sicurezza sotto vari aspetti. Ma su questo sono con il ministro Matteo Salvini e il vice ministro Edoardo Rixi tutta la vita".
"Il Terzo valico è finanziato, si sta lavorando, è uno dei cantieri più importanti d'Italia: sarò di parte, ma dal punto di vista della competitività del Paese, visti i distretti industriali che collega, visto che unisce la principale piattaforma portuale al centro dell'Europa e alle regioni più produttive d'Italia, sommando tutti i Pil, il Terzo valico è certamente un'opera strategica tanto quanto il ponte sullo stretto e, forse, anche di più per l'economia del Paese".
Per Toti dunque "ogni cambiamento, anche se comprensibile da un punto di vista squisitamente contabile, ingenererebbe equivoci e andrebbe a incidere sulle aspettative e sulla fiducia di imprenditori, che stanno investendo. Non mi pare opportuno, in questo momento, creare incertezza in un'opera che traina dietro di sé tutto un sistema di investimenti nel Nord Ovest italiano".
Per il governatore l'opera deve essere pronta entro metà del 2026. "La diga di Genova e l'aumentata capacità del porto, il nuovo passante ferroviario di Genova, il Terzo valico stesso, gli interporti di Alessandria sono un sistema economico, che deve essere pronto entro il 2026 - afferma - perché operatori della logistica mondiale, aziende, imprese, il sistema economico del quadrante di Nord Ovest conta su quella data".
"Serve il massimo sforzo - esorta Toti - parlo quasi quotidianamente con Rixi, mi sono confrontato spesso con Salvini, ne ho parlato con Webuild. Tutti sono convinti che non sarà facile, che sarà uno sforzo importante, ma ci sono le condizioni per rendere operativo il Terzo valico nell'estate del 2026. In questo preciso caso, mi sembra più utile al Paese alimentare fiducia che non ingenerare incertezza".
"Oggi definanziare il Terzo Valico dal Pnrr per finanziarlo con altri mezzi non ho paura che non si faccia, sono certo che sarebbe ugualmente finanziato perché ormai siamo all'87% dell'opera e credo che nessuno possa pensare di tornare indietro e lasciare un buco in una montagna costato miliardi di euro - analizza il presidente ligure - però, ho il fondato timore che qualsiasi azione si faccia sul Terzo Valico possa creare un momento di incertezza, di preoccupazione, che rallenti un impianto che sta marciando verso una direzione precisa".
Certo, ammette Toti, "capisco la preoccupazione del ministro Fitto di non restare con opere non concluse e quindi trovarsi in un contenzioso europeo, che potrebbe riverberarsi sulle prossime leggi di stabilità nella seconda metà della legislatura. Però, sul Terzo valico ci sono tutte le condizioni per finirlo e finirlo in tempo".
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