È iniziato ieri mattina il processo ai danni di una capotreno impiegata a Treviso accusata di omissione di soccorso.

A darne notizia è TrevisoToday.

Secondo le indagini, la donna è accusata di non aver prestato soccorso a un 17enne che il 13 gennaio 2017 tentò il suicidio lanciandosi sotto un treno di passaggio presso la stazione di Lancenigo.

Il treno che aveva a bordo la capotreno, passò circa una ventina di minuti dopo ma, secondo l'accusa, non si sarebbe fermata a prestare soccorso al ragazzo.

La procura contesta l'accusa di omissione di soccorso perché, dopo aver scoperto il corpo del giovane, si sarebbe limitata ad avvertire del fatto la centrale del compartimento ferroviario, senza accorgersi che era ancora in vita e senza prestargli la necessaria assistenza fino all'arrivo dei soccorritori, determinando così "un ritardo dei soccorsi di 39 minuti".

Il giovane lottò per altri tre giorni prima di morire a seguito delle ferite riportate.

Toccherà al processo stabilire se quel ritardo sia stato fatale per il giovane e se tutte le circostanze emerse successivamente all'incidente configurino il reato a carico della 40enne.

Fonte TrevisoToday

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