Sono passati quasi due mesi dalla notte tra il 30 e il 31 agosto, quando un Invio a Vuoto travolse e uccise cinque operai che erano al lavoro nei pressi della stazione di Brandizzo.
Ora, tra gli elementi raccolti dagli inquirenti, ci sarebbe un video ripreso dalle telecamere di sorveglianza dalla stazione che racconta una scansione temporale e una verità un po' diversa da quella emersa finora.
Il punto di partenza, scrive ieri La Stampa, resta lo stesso: i cinque operai della Sigifer che sono morti erano al lavoro sui binari nonostante nessuno avesse autorizzato l'interruzione della circolazione ferroviaria.
Ad accompagnarli, il caposquadra della Sigifer e il caposcorta di RFI, entrambi sopravvissuti ed entrambi indagati con l'accusa di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario nonostante i loro ruoli fossero diversi: il primo aveva la responsabilità della squadra di lavoro per la sua ditta, il secondo quella di verificare che la manutenzione fosse fatta secondo gli standard di Rfi.
Dal video emergerebbe ora che il caposcorta di RFI, subito prima del passaggio di un treno per Milano, avrebbe fatto allontanare gli operai dai binari.
Poi si sarebbe messo al telefono, probabilmente con la DM di Chivasso, che per tre volte avrebbe negato la sospensione della circolazione ferroviaria sottolineando che ancora doveva passare un treno.
Mentre il caposcorta era al telefono, gli operai sarebbero ritornati sui binari perché in quel momento «bisognava fare in fretta e chiudere il lavoro».
Adesso, tutto ruota intorno ai tempi, anche se resta il fatto che mancava l'autorizzazione a per procedere coi lavori.
Intanto il difensore del caposcorta stesso, già licenziato da RFI prima dell'inizio del processo, non ha ancor preso visione delle immagini, ma si dice fiducioso e afferma: "Questa è la prova che il mio cliente come sostenuto fin dall'inizio non ha mai ordinato di iniziare i lavori prima dell'autorizzazione".
Su questa questione specifica interviene anche la FILT-CGIL che si oppone a Rfi: "Ingiusto licenziare il capotecnico, l'inchiesta è ancora in corso”.
Avrebbero potuto tenerlo in sospensione cautelare, non farlo lavorare fino alla sua deposizione. Questo vuol dire cercare a tutti i costi un capro espiatorio", ha detto Giuseppe Santomauro, segretario generale della Filt Cgil Torino e Piemonte.
"Abbiamo avuto centinaia di segnalazioni di lavoratori Rfi che ci dicono che questa era una prassi comune.
Da quando questo è cominciato a emergere Rfi ha convocato tutti i capi tecnici d'Italia ai quali è stato detto che chiunque faccia scendere i lavoratori sui binari prima dell'interruzione verrà licenziato. La situazione oggi è migliorata molto" spiega Santomauro.
"Vogliamo rilanciare un'azione che vada a indagare le cause degli incidenti, in particolare di quello che è accaduto a Brandizzo. A livello nazionale sta partendo il confronto con Rfi sulla sicurezza, sul sistema delle manutenzioni.
Un confronto al momento positivo, ma gli esiti andranno giudicati alla fine sulla base di quello che concorderemo con l'azienda", afferma Stefano Malorgio, segretario generale della Filt Cgil nazionale.