Nella giornata di ieri abbiamo riepilogato di tutti i treni demolendi effettuati da lunedì 9 a venerdì 13 ottobre.
Nella nottata appena trascorsa, tuttavia, ne è partito uno nuovo e molto interessante.
A distanza di una settimana esatta dal precedente invio demolendo effettuato da Trenitalia-Tper ne è appunto partito un altro con alcune particolarià.
Del resto, con l’immissione in servizio commerciale dei nuovi treni elettrici, i depositi devono essere svuotati e proprio per questo si tende a mandare alla demolizione tutte le automotrici oramai non più in funzione e dismesse da tempo.
Questa volta il materiale riguarda le vecchie ALn e i relativi rimorchi Ln di Tper e le le protagoniste sono tre Ln 880, una ALn 668 e tre Ln 778.
Queste sette unità, in condizioni piuttosto precarie, sono state trainate dalla locomotiva Diesel 744.014 realizzata da CZ LOKO per Trenitalia-Tper nella notte di sabato 14 ottobre 2023 da Reggio Emilia a Ferrara, con proseguimento su Sermide poco dopo.
I mezzi dovrebbero essere dapprima cannibalizzati per prendere tutto quello che può servire alle unità simili e poi demoliti sul posto.
A differenza della scorsa volta, in questo trasferimento sono presti ben due rimorchiate Ln 880 "particolari".
La prima è la Ln 880.308 riconoscibile e riconosciuta per la cassa cannellata in acciaio inox.
La seconda è invece la Ln 880.306, che essendo stata accantonata nel deposito di Reggio Santa Croce per diverso tempo è arrivata ai giorni nostri ancora nella livrea livrea delle Ferrovie Padane, nonostante la maggior parte dei mezzi di questa defunta compagnia abbia ricevuto la livrea "tricolore" da tempo.
Dando come sempre qualche numero tra quelli che siamo riusciti a reperire, abbiamo quindi i rimorchi Ln 778.401 (FIAT, 1985), Ln 880.306 (FIAT, 1972) e Ln 880.308 (FIAT, 1976) e l'automotrice ALn 668.2465 (FIAT, 1980).
Nell’ordine ecco tutte le marcature delle unità avviate a demolizione:
Ln 778.402
ALn 668.2465
Ln 880.308
Ln 880.306
Ln 778.404
Ln 778.401
Ln 880.310
Tutte le foto di questo demolendo sono visibili cliccando qui.
Testo e video di Igli Sheldija, foto di Igli Sheldija e Simone Bertarini