Continuano le indagini della Procura per far luce sulla terribile strage di Brandizzo, costata la vita a cinque operai che il 30 agosto scorso stavano lavorando alla manutenzione di un tratto di linea nei pressi della stazione piemontese.

Gli esperti della Procura di Ivrea hanno analizzato il registratore degli eventi di marcia e di condotta del treno che ha travolto e ucciso i dipendenti della Sigifer.

Stando alle prime indiscrezioni fatte trapelare dagli inquirenti sembrerebbe che il convoglio, proveniente da Alessandria, viaggiasse a 160 chilometri orari. 

Una velocità assolutamente in linea con quanto previsto e sostenuta da diversi chilometri prima di Brandizzo.

L'elemento della velocità, che ribadiamo era assolutamente in linea con quanto previsto per quel tipo di treno su quella determinata linea, serve per confermare, qualora ce ne fosse bisogno, che sarebbe stato impossibile per il Personale di Macchina evitare di travolgere gli operai.

Questo nonostante il macchinista si sia anche dimostrato reattivo, come dimostrerebbero i segni della frenata accertati dagli agenti della Polfer nei giorni immediatamente successivi alla strage.

Per tutta la durata della tratta percorsa, il mezzo avrebbe avuto il segnale di via libera che non avrebbe fatto presagire nulla di quanto stava per accadere.

Da questi elementi non emergerebbe nessuna responsabilità da parte del Personale di Macchina, che non a caso non è mai stato indagato.

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