"Ho fatto solo il mio dovere". Poche parole ma pesantissime quelle della Dirigente di Movimento di RFI tra i protagonisti (in positivo) della tragedia di Brandizzo.
Come un mantra ripete quello che da giorni dice ad amici, colleghi e familiari.
Quel "no" secco ribadito tre volte avrebbe evitato la strage, se solo le sue disposizioni fossero state ascoltate.
Invece, come ormai è chiaro, le sue indicazioni sono cadute nel vuoto, probabilmente per la fretta di iniziare i lavori sui binari, senza aspettare l’interruzione della circolazione.
Convocata nei giorni scorsi in procura, la venticinquenne ha spiegato le tre telefonate che erano intercorse tra lei e il referente di RFI che era sul posto quella sera a fare da scorta agli operai della Sigifer.
Intervistata dal Tg1, ha ribadito di essersi limitata a rispettare le procedure di sicurezza: "Ci sono dei regolamenti che vanno rispettati anche perché si è ben consapevoli che ci sono delle persone" ha detto.
La dirigente sarebbe già tornata al lavoro, e tornando ai quei momenti osserva: "Non è stato semplice, si sa comunque che in quelle situazioni bisogna reagire, non bisogna dimenticare il proprio ruolo.
Sono comunque rientrata già a lavorare - ha aggiunto - perché ritengo, che, comunque, avendo fatto il mio dovere nel miglior modo sia corretto tornare a lavorare.
Sono orgogliosa del mio lavoro e sicuramente non mi fermerò per quanto successo".
Sul caso la dipendente di RFI non può ovviamente dire di più: "ci sono delle indagini in corso, le dichiarazioni le ho già fatte in procura".


