Ha inizio oggi la terza settimana di indagini che la procura di Ivrea sta portando avanti per far luce sulla tragedia avvenuta a Brandizzo nella notte tra il 30 e il 31 agosto scorsi.
Secondo quanto riporta La Stampa, la prima incombenza verrà formalizzata stamattina con l’affidamento dell’incarico a un maresciallo della guardia di Finanza in forza alla procura di Torino.
Si tratta, scrive il quotidiano torinese, di un esperto di informatica di alto livello.
È questo il primo degli accertamenti irripetibili che verranno svolti per dipanare la matassa investigativa su quella drammatica notte.
Il militare dovrà analizzare il DIS (sistema distribuito per la registrazione, il trasferimento e la gestione dei dati di marcia e degli eventi di condotta generati a bordo dei rotabili) del treno che ha investito i cinque operai.
Dal suo studio si potranno ricavare le tracce dell’intero viaggio del convoglio.
Dalla stazione di partenza fino al momento dell’impatto e alla successiva lunga frenata.
Saranno analizzati anche i due tablet aziendali in dotazione ai macchinisti del treno che non sono indagati e che quella notte passarono sul binario pari di Brandizzo con segnale verde ignari della presenza degli operai.
Stesso dicasi per i due smartphone in dotazione ai due uomini sul cantiere che si sono salvati e sono stati recuperati dalla Polfer sul luogo della tragedia.
Le memorie andranno estratte e sarà effettuata una copia forense dei contenuti.
Riprenderanno anche gli interrogatori di altri testimoni e gli inquirenti vaglieranno le segnalazioni mandate da operai impegnati in precedenza nei cantieri ferroviari sulla ferrovia Torino - Milano e su altre linee.
Alcune sono arrivate via email ai magistrati titolari dell’inchiesta.
Intanto secondo quanto riporta il TGR Piemonte RAI, sarebbe emerso emerge un dettaglio su cui saranno fondamentali le analisi dei supporti informatici di cui sopra.
Dopo l'incidente, infatti, qualcuno avrebbe posto sui binari il dispositivo di occupazione del binario, uno strumento che simula la presenza di un treno sulla sezione e dispone il segnale a via impedita.
Questo nonostante i macchinisti abbiano assicurato che quella notte il segnale era verde.
Capire chi e perché ha attivato il dispositivo dopo la strage potrebbe rispondere a molti dei dubbi sulle responsabilità di questa vicenda.
I primi 10 giorni di indagine sull'incidente sono serviti soprattutto a ricostruire la dinamica e il quadro cristallizzato dalla procura di Ivrea è piuttosto chiaro.
Il lavoro nel cantiere sarebbe iniziato senza autorizzazione.
Da quanto è emerso finora nessuno aveva concesso il nullaosta per l'avvio dei lavori visto che sul binario 1 della stazione doveva ancora passare un Invio a Vuoto diretto a Torino.


