La procura di Ivrea, in queste ore, ha raccolto video, fotografie e documenti cartacei che aiuteranno i magistrati a fare chiarezza su quanto è accaduto a Brandizzo.
Importanti, ai fini delle indagini, dovrebbero essere le telefonate registrate di quella notte intercorse tra l'addetto di RFI e la dirigente di movimento della stazione di Chivasso.
È in queste telefonate, infatti, ricostruite da La Stampa, dove sarebbe uno dei nodi della questione.
Secondo le procedure, infatti, il delegato di RFI sul posto avrebbe potuto dare il via libera al cantiere solo dopo aver ricevuto l’ok dal dirigente di movimento quando quest’ultimo avrebbe confermato l'interruzione del traffico ferroviario.
Secondo i documenti in possesso della procura quella notte, su quei binari, era previsto il passaggio di tre treni.
Il primo era un treno regolare, il secondo un invio di vetture a vuoto (quello che ha travolto i cinque operai) e il terzo un altro convoglio all’una e mezza del mattino.
C’erano dunque fasce orarie molto strette per lavorare e il dipendente di RFI sul cantiere e la dirigente movimento si sarebbero dovuti necessariamente coordinare.
La prima telefonata, prosegue La Stampa, viene registrata intorno alle 23:30, mezz’ora prima dello schianto.
In quella chiamata la sala operativa fornisce all’addetto RFI le fasce orarie nel corso delle quali effettuare i lavori comunicando il passaggio di tre convogli.
Quando a mezzanotte l’addetto di RFI richiama Chivasso per ottenere il nullaosta, il primo treno è già passato ed è possibile che sia stato scambiato per il secondo.
Nonostante non risulti che il nullaosta sia stato dato, gli operai sono già sui binari al lavoro e hanno già effettuato alcune lavorazioni.
Questa seconda telefonata s’interrompe bruscamente quando sopraggiunge il treno che ucciderà i cinque operai davanti agli occhi del dipendente RFI e del capocantiere della Sigifer.
La dirigente movimento richiama il delegato di RFI e gli chiede: «Ci sono problemi?».
La risposta è da brividi: «Sono tutti morti, sono tutti morti».
