Si inizierebbe a delineare, almeno in parte, quanto accaduto a Brandizzo nei giorni scorsi.
A tirare le fila ci pensa questa mattina il Corriere della Sera.
"Una telefonata, l’ultima - scrive il quotidiano -. Da una parte il dirigente di Chivasso delle Ferrovie (RFI) che avrebbe dovuto dare l’ok ai lavori sui binari, dall’altra il suo collega sul posto, a Brandizzo, appena fuori Torino.
La chiacchierata viene interrotta da un improvviso fragore. Ferraglia, trambusto, urla.
Sono le grida disperate degli operai finite agli atti della Procura di Ivrea che sta indagando sul caso. Si sentono solo loro, in quest’audio parla l’immensa tragedia.
Mentre il tecnico addetto alla manutenzione di RFI che era al telefono, non riesce più ad aprire bocca. Con un filo di voce, ai colleghi ed amici dirà solo poche parole: «Ho schiantato la vita di cinque persone»".
"Quando viene sentito dagli inquirenti va in scena tutto il dramma di quest’uomo che sembra avere il dono della trasparenza.
«Pensavo che il treno fosse già passato», avrebbe sospirato. «Ma lei l’ha visto passare?», chiede il magistrato. «No».
Il pm ferma l’audizione e lo informa che da quel momento è indagato e ha diritto a un avvocato. Il prossimo faccia a faccia con gli inquirenti si chiamerà interrogatorio e per lui inizierà un lungo iter giudiziario.
Il motivo per cui si era convinto che il convoglio avesse già attraversato Brandizzo è negli orari: 20 fatali minuti di ritardo.
«Mi ha chiamato la sera stessa del disastro, era in condizioni terribili — racconta l’avvocato Andrea De Carlo che assiste Trenitalia —. Molto, molto provato.
Oltre allo choc per aver assistito a una scena raccapricciante deve fare i conti anche con il peso psicologico di quella che magari avverte come responsabilità, tutta da vedere naturalmente»".