La polizia di Varsavia ha arrestato i presunti responsabili dell’attacco radio che ha bloccato una ventina di treni in Polonia nella zona di Stettino.

Si tratta di due cittadini polacchi di 24 e 29 anni, secondo quanto ha dichiarato il portavoce della polizia di Bialystok, città del nordest non distante dal confine con la Bielorussia, dove è avvenuto il fermo.

Nel loro appartamento sono state anche sequestrate alcune apparecchiature radio.

La Abw, il servizio di intelligence polacco, ha annunciato un’indagine che non esclude alcuno scenario.

«Sappiamo che da diversi mesi sono in atto tentativi di destabilizzazione dello Stato polacco» da parte «della Federazione Russa in collaborazione con la Bielorussia», ha dichiarato il portavoce Stanislaw Zaryn specificando che, al momento, non c’è alcun segnale che indica un collegamento fra l’attacco e i due deragliamenti di treni avvenuti nei giorni precedenti, senza provocare vittime.

Secondo il Corriere della Sera già a marzo la Polonia aveva annunciato di aver individuato sul proprio territorio un network che lavorava al servizio di Mosca reclutando da remoto almeno nove giovani attraverso canali Telegram che avevano accettato di collaborare per convinzione o, più probabilmente, per soldi. 

I ragazzi erano stati infatti attirati dall’offerta di denaro, somme non ampie però continue inviate in modo sicuro e protetto.

All’inizio dovevano limitarsi a piccoli gesti, come scrivere frasi contro Kiev sui muri, oppure piazzare dei volantini di propaganda. 

Era il primo passo in seguito al quale venivano messi alla prova in vista di compiti più impegnativi. Una volta creata la rete si passava alla seconda fase, dedicata alla sorveglianza degli aiuti Nato diretti verso il territorio ucraino.

In Polonia si è sviluppata infatti la gigantesca macchina logistica coordinata dalla Nato, con centinaia di migliaia di tonnellate di materiale scaricate nell’aeroporto di Rzeszow, quindi avviate su strada a bordo di tir e lungo la linea ferroviaria.

Le spie sono state istruite a piazzare delle piccole videocamere, alimentate da pannelli solari, in grado di filmare i convogli, con i dati che poi venivano rilanciati via wi-fi a «stazioni online» alle quali avevano accesso i russi.

La scoperta di uno degli apparati — avvenuta quasi per caso — ha permesso al controspionaggio polacco di scoprire i responsabili con un’indagine classica di polizia che ha portato agli arresti. 

Il piano avrebbe previsto una terza fase, ben più pericolosa: quella del sabotaggio per ostacolare il transito degli equipaggiamenti occidentali destinati alle forze di Zelensky.

La minaccia, stando alle indiscrezioni affidate al Washington Post, è stata però neutralizzata in tempo.

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