A luglio scorso il Ministero dei Trasporti ha proposto al CIPESS di rimodulare 2,5 miliardi di euro di risorse del Pnrr per interventi più urgenti.
Tra i progetti che sarebbero stati sacrificati c'è anche la chiusura dell'anello ferroviario di Roma nella tratta Vigna Clara – Tor di Quinto.
Dei 262 milioni iniziali, infatti, ne sono rimasti soltanto 87.
Un taglio netto di 245 milioni che non è andato giù né alla politica né alla cittadinanza della Capitale.
Il presidente del Municipio XV di Roma, Daniele Torquati del PD ha definito "una brutta notizia", poiché la chiusura dell'anello ferroviario "è un'opera indispensabile per l'intera città, attesa da anni e su cui nell'ultimo anno e mezzo con l'amministrazione capitolina ed Rfi abbiamo lavorato concretamente andando avanti con la progettazione e la programmazione".
Quegli 87 milioni, prosegue Torquati, "sono briciole per un'infrastruttura fondamentale per il nostro quadrante e per la mobilità di tutta Roma. Una scelta poco seria del Governo, che ha trasferito gli stessi fondi per altre opere al nord e che dimostra ancora una volta il poco interesse per le periferie romane e per la loro crescita. La promessa è che gli stessi fondi saranno reinseriti nella legge di Bilancio di fine anno, ma noi alle promesse preferiamo i fatti e per questo non resteremo a guardare. Per il nostro territorio e per Roma".
In una nota, tuttavia, il ministero assicura che "non ci sarà nessun rallentamento sull'anello ferroviario. Lo spostamento di fondi è una scelta puramente tecnica, dettata dalla necessità di rispettare i paletti di Bruxelles sul Pnrr, ma nel concreto non causerà rinvii o rallentamenti".
Il Mit spiega che "nessuna opera è stata definanziata: si tratta solo di rimodulazioni di risorse, una scelta necessaria per lo stato di avanzamento di alcuni interventi".
Chi vivrà vedrà, la sola cosa certa è che Roma attende questa opera da decenni.