Inizia a delinearsi il futuro di Fret SNCF, la compagnia merci statale francese.
Martedì scorso il ministro dei trasporti francese Clément Beaune ha spiegato il suo piano per "liquidare" la divisione che è al 100% di proprietà di SNCF e il cui futuro è minacciato da un'indagine della Commissione europea.
"Non giocherò alla roulette russa con il futuro di Fret SNCF", ha detto il ministro, riferendosi alle critiche dell'UE nei confronti dei sussidi che avrebbe ricevuto Fret SNCF.
Applicare le norme dell'UE alla lettera significherebbe silurare contemporaneamente il piano del Green Deal europeo e la legge francese sul clima e la resilienza, che richiede uno spostamento del trasporto merci dai camion alla ferrovia.
Martedì il ministro ha delineato il suo piano per impedire alla Commissione europea di imporre una sanzione che porterebbe alla liquidazione della società.
Esso consiste nel creare una nuova società con un nome diverso che non abbia alcun legame con Fret SNCF ma che rimarrebbe pubblica, cioè controllata in maggioranza da SNCF.
Nel suo finanziamento potrebbe essere insrrito anche un azionista di minoranza. Preferibilmente pubblico, ma anche privato.
Questo nuovo operatore di merci su rotaia manterrebbe l'80% dell'attività e gestirebbe treni merci redditizi con diversi clienti.
Per contro l'effettuazione di treni merci per un singolo operatore dovrebbe essere ceduta ai concorrenti (Europorte, ECR, ecc...).
Si tratta di circa il 20% del fatturato di Fret SNCF.
In conseguenza di questo, verrebbero tagliati 470 posti di lavoro ma non ci sarebbero licenziamenti.
I ferrovieri verrebbero infatti riassunti in altre filiali del gruppo ferroviario (SNCF Voyageurs, SNCF Réseau, ecc.).
Un'altra opzione sarebbe quella di passare volontariamente a operatori privati che necessitano di personale, in particolare macchinisti.