Da qualche giorno in diverse regioni d'Italia sono in servizio i nuovi treni "Blues" di Trenitalia.
Come tutti sappiamo questi convogli sono trimodali e posso quindi circolare con trazione elettrica, Diesel o a batteria.
Se essi hanno un senso molto chiaro in regioni come la Sicilia, il Lazio e la Calabria, dove effettuano o andranno a effettuare collegamenti su tratte miste elettrificate e non, qualche dubbio lo sollevano i convogli acquistati dalla regione Friuli Venezia Giulia e dalla regione Sardegna.
In Friuli Venezia Giulia le linee non elettrificate sono solo tre, la Osoppo - Sacile di 72 chilometri (in parte attualmente utilizzata solo per treni storici), la Casarsa - Portogruaro di 22 chilometri per la quale c'è un progetto di elettrificazione e la Udine - Cividale di 15 chilometri gestita da FUC.
Alla luce di quanto appena scritto, l'acquisto di ben 11 convogli trimodali sembra "insolito", in considerazione del fatto che finora il loro lavoro veniva svolto, secondo le informazioni in nostro possesso, da soli cinque "Minuetto" con alcune automotrici in aiuto sulla linea FUC.
Se vogliamo la situazione è ancora più particolare in Sardegna.
Qui, al contrario, i "Blues" acquistati non possono tirare su il pantografo per lavorare in elettrico nemmeno per un singolo chilometro.
Come si sa, infatti, l'intera regione vede la presenza di linee Diesel, senza alcuna eccezione.
Va detto che elettrificazioni sono in fase di progettazione, ma i "Blues" faranno tempo a macinare chilometri prima di poter approfittare di una di esse.
In sostanza in Friuli Venezia Giulia i trimodali hanno pochissime opportunità, peraltro in ottica futura in diminuzione, di poter usare la propulsione Diesel o a batterie.
Per contro in Sardegna non ne hanno nessuna di usare quella elettrica.
Ma allora perché questi treni sono stati acquistati?
La domanda, alla fine, è forse più banale di quel che sembra e può ricondursi semplicemente al concetto di "svecchiamento".
È infatti vero che il Friuli Venezia Giulia poteva contare sui "Minuetto" Diesel, ma è anche vero che si tratta pur sempre di mezzi che iniziano ad avere 20 anni e non rispondono più alle esigenze della clientela.
Discorso simile si può fare in Sardegna, regione che poteva contare in alcune circostanze su rotabili ancora più obsoleti.
Insomma, era necessario rinnovare il parco mezzi e a quel punto tanto valeva farlo con l'ultimo prodotto disponibile sul mercato domestico, anche col rischio di sottoutilizzarlo.
Del resto grandi alterative di treni solo a trazione Diesel collaudati e pronti in breve tempo per il servizio commerciale non ce ne sono e i "Blues" qualche vantaggio lo portano comunque anche se sfruttati non al pieno delle loro possibilità.
In entrambe le regioni, ad esempio, possono uscire ed entrare nei centri abitati con la propulsione a batteria e senza inquinare col Diesel.
Insomma, i "Blues" sono treni moderni e performanti, che migliorano i viaggi di chi li utilizza.
In due regioni sono sottoutilizzati, da una parte lo saranno per sempre e dall'altra per lungo tempo.
Ma era verosimilmente l'unica strada percorribile in tempi brevi e con il minore rischio possibile.