32 km di ferrovia che aspettano soltanto di essere riaperti e valorizzati.
Parliamo della linea che va da Piacenza a Cremona, chiusa al traffico per passeggieri ormai dal lontano 2013 e sporadicamente utilizzata per servizi merci o invii di materiale da Cremona a Piacenza come il primo "vuoto" per poi effettuare il treno del mattino sulla linea Cremona - Fidenza.
Le fermate di Caorso, Monticelli d'Ongina e Castelvetro Piacentino con un bacino potenziale di quasi 15 mila abitanti potrebbero usufruire di un servizio funzionale e moderno, senza contare ovviamente quelle di Cremona e Piacenza.
Si tratterebbe di un utile mezzo per avvicinare ancora di più le due province e dare sbocco ai residenti verso la Liguria o il sud Italia utilizzando la stazione di Piacenza, le sue Frecce e i suoi Intercity, come interscambio sia verso sud (9303-583-1963-797), sia verso nord (596-612-798-1962).
Nonostante la parola green sia oramai entrata nel vocabolario italiano e nei piani economici del paese ancora oggi alcuni progetti concreti e realizzabili come questi sembrano rimanere un miraggio.
In tal senso è auspicabile un serio dibattito che miri a riaprire questa tratta anche con pochissime coppie di treni che vadano ad integrare il servizio bus che oggi ha il dominio totale delle corse.
Del resto nel 2019 Legambiente ha inserito la riattivazione della linea tra le opere prioritarie per i pendolari, stimandone i costi di riapertura in 20 milioni di euro.
La ferrovia è a binario singolo ed elettrificata a 3000 V in corrente continua, è totalmente priva di passaggi a livello e dispone del sistema SCMT.
Testo di Rosario Calia, foto di Ferdinando Ferrari