Sono proseguiti anche ieri gli interrogatori richiesti da quasi tutti gli imputati per difendersi dalle accuse di disastro ferroviario, duplice omicidio e lesioni gravi plurime, colposi.
Il tutto, ovviamente, a seguito dell’inchiesta sul deragliamento del treno Frecciarossa 9595 Milano - Salerno al Posto di Movimento Livraga.
Il pm Domenico Chiaro ha interrogato l’operaio trentenne che un anno e mezzo prima aveva firmato la scheda di assemblaggio dell’attuatore (poi rivelatosi difettoso per due fili invertiti) che, montato sullo scambio, innescò lo svio del treno a 298 chilometri orari.
Il lavoratore ha spiegato che non era una persona sola a realizzare l’intero componente, che veniva poi identificato con un numero di matricola solo una volta ultimato, e che l’errore di cablaggio quindi potrebbero averlo fatto altri operai al lavoro in quei giorni in Alstom Ferroviaria a Firenze, e non lui, come invece sostengono alcuni colleghi.
Si sono difesi anche il collaudatore che in Alstom aveva testato sul banco prova quel componente dando l’ok alla vendita ai gestori ferroviari e quindi l’ex AD di RFI Maurizio Gentile che ha ribadito che la responsabilità sulle singole procedure era ampiamente e pienamente delegata a funzionari e dirigenti.
Fonte Il Giorno