È uno dei treni che controlliamo più spesso, per capire dove andrà a "parare".
Stiamo parlando del Frecciabianca Ravenna - Rimini - Roma Termini che è ogni volta a richio soppressione.
A interessarsi della vicenda è stato in tempi recentissimi il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti che, contattando la direzione Business dell'Alta Velocità, ha rilevato come il collegamento fosse sotto sorveglianza "per valutazioni di carattere commerciale finalizzate a garantirne la sostenibilità economica".
Dopo un periodo di stand-by, il treno è alla fine stato riconfermato nei giorni scorsi per i prossimi 6 mesi ma non per questo la sua ulteriore operatività resta sicura "con il monitoraggio dell’andamento di mercato del collegamento".
"Per il territorio - rileva il senatore Croatti - è molto importante avere un collegamento diretto da Rimini alla capitale con la possibilità, per pendolari e turisti, di andare e tornare anche in giornata per motivi che generalmente possono essere di svago, lavoro, studio, motivi sanitari e rapporti con l’amministrazione centrale.
Non esiste una vera alternativa. Il percorso via Bologna, effettuato con i Frecciarossa o Italo, in assenza della possibilità di programmare con largo anticipo, comportano una spesa doppia.
Per fare un esempio, la tariffa base in seconda classe da Rimini a Roma con il Frecciabianca diretto, costa 52,50 euro con offerte a partire da 16,90 euro, mentre via Bologna con gli altri treni AV la tariffa base è di 88,50 euro con offerte a partire da 58,80 euro, impiegando lo stesso tempo, circa 4 ore.
Queste sono alcune delle ragioni per cui dovremmo agire anche in futuro per salvare questo collegamento che non è solo un’offerta commerciale ma è anche un servizio al territorio.
Abbiamo necessità di collegamenti migliori e più efficienti per connettere la nostra Riviera e migliorare il trasporto pubblico, non di cancellazioni e di business plan che piegano l’interesse della collettività alle leggi di mercato”.