La notte del 25 aprile 2017 un convoglio ferroviario composto da 49 elementi e adibito alla sostituzione di binari e traversine, andò a schiantarsi lungo la linea ferroviaria del Brennero tra Bressanone e Varna, provocando la morte di due lavoratori.

I due operai, lavoravano per la GCF, che aveva in appalto i lavori commissionati da RFI, nel tratto tra Bressanone e Fortezza.

Per quel disastro, gli imputati sono sette. 

Il processo è stato avviato per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni colpose in concorso. In un primo tempo gli esperti hanno sempre indicato tra le cause del disastro il malfunzionamento del sistema frenante del convoglio cantiere.

Dopo le deposizioni rese da alcuni addetti ai lavori, nell’udienza di ieri ha tuttavia preso consistenza un’ipotesi diversa.

Il sistema frenante sarebbe stato perfettamente funzionante, ma assolutamente insufficiente a controllare il pesantissimo convoglio

Per la prima volta, nell’udienza di ieri, uno degli imputati, responsabile della gestione del treno cantiere in quella notte, ha ammesso di aver deciso personalmente il punto in cui dividere il convoglio secondo le esigenze tecniche emerse.

Il teste ha puntualizzato che quella notte alla stazione di Bressanone, prima di avviare le fasi di lavoro furono effettuate regolarmente le prove del sistema frenante.

Il problema, però, è che le prove stesse sarebbero state del tutto inadeguate.

Ieri in aula il responsabile del treno ha spiegato che quella notte, a differenza delle notti precedenti, il convoglio cantiere venne diviso in due tronconi in un punto diverso da quello solitamente prescelto.

L’imputato decise inoltre dove disporre la divisione del treno cantiere senza un calcolo adeguato delle dirette conseguenze.

Ieri, però, l’imputato ha cercato di difendersi sottolineando di essere stato scelto come responsabile senza aver avuto una adeguata preparazione tecnica.

La divisione in due tronconi del treno cantiere avrebbe dunque indebolito notevolmente la capacità di frenata dell’intero convoglio che, una volta messo in movimento, non è più stato possibile fermare.

Da quanto emerso ieri nel corso del processo, il calcolo tecnico del rapporto tra peso del singolo carro e capacità di frenata non sarebbe stato neppure effettuato. Un errore di valutazione risultato decisivo.

L’udienza è stata aggiornata al 27 marzo.

L'articolo integrale sul quotidiano on line AltoAdige. Foto di repertorio.

Orario invernale Trenitalia
Giorni
Ore
Min.
Sec.

Aerei

Autobus

Eventi

Varie

Treni insoliti sui binari italiani
Il nuovo libro di Lorenzo Pallotta

234 pagine, 260 foto

Acquista la tua copia!!

Lavoro in ferrovia