Questa volta dire chi ha fatto flop è fin troppo facile visto che ne ha parlato perfino la televisione.
L’entrata in funzione del nuovo, moderno sistema tecnologico ACCM per la circolazione ferroviaria nel nodo di Firenze era stata annunciata con gran clamore e inaugurata lo scorso 28 novembre dal fischio del Frecciarossa in ingresso a Campo di Marte. Poi è successo quello che tutti sappiamo.
Disagi di certo ce ne sono stati, e questo è innegabile, eppure noi, nel nostro piccolo non ci sentiamo di puntare l’indice contro un sistema che ha, per così dire, mostrato "errori di gioventù" e che una volta entrato a regime garantirà una circolazione ottimale in un nodo molto complesso e trafficato.
Del resto, tanto i tecnici del gestore della rete, quanto quelli di Bombardier/Alstom - che hanno contribuito alla realizzazione dell’impianto -, sono intervenuti subito ed è stato fatto tutto il possibile per limitare i disagi e ripristinare la circolazione quanto prima. A questo va aggiunto che Trenitalia ha subito disposto i dovuti indennizzi, che, per quanto possano sembrare una magra consolazione, rappresentano comunque un segno di riconoscimento tangibile del disagio avuto dai viaggiatori.
A bocce ferme una riflessione ci pare però doverosa. Nessun impianto di ultima generazione, per quanto performante possa essere, sarà mai in grado di garantire del tutto il non verificarsi di inconvenienti, che può essere invece garantito separando il flusso regionale da quello AV, ovvero attuando finalmente quel sottoattraversamento dell'Alta Velocità a Firenze, che da tempo chiede di realizzare il governatore della Toscana Eugenio Giani.
E ora veniamo alla notizia positiva, ovvero all’accelerazione impressa ai lavori per il completamento del raddoppio della linea Adriatica.
L’intervento, che si colloca parte in territorio molisano e parte in territorio pugliese, prevede uno sviluppo del tracciato prevalentemente in variante, con la dismissione della linea ferroviaria esistente.
In questo modo saranno incrementate la capacità e la regolarità del traffico ferroviario su tutta la Direttrice Adriatica, con una riduzione dei tempi di percorrenza di circa 40 minuti di tra Bologna e Bari e di circa 60 minuti fino a Lecce. Unico neo la durata dei lavori che sembra davvero eccessiva con consegna nel 2028.
Una soluzione, quella prevista, che farà finalmente felice anche la Regione Molise che si era battuta a lungo contro il raddoppio del tracciato esistente. 
Una soluzione più semplice e veloce che tuttavia avrebbe rovinato lo splendido paesaggio attraversato, caratterizzato da meraviglie che vede solo la Regione Molise stessa.


