A processo dibattimentale, a novembre del prossimo anno, andrà solo il macchinista.

Il riferimento è all'incidente ferroviario del 28 marzo 2019, quando in uscita dalla stazione ferroviaria di Inverigo un convoglio in partenza si era scontrato frontalmente con un altro che stava arrivando.

Secondo quanto riportato ieri da Il Giorno, il macchinista aveva chiesto di essere ammesso al rito abbreviato condizionato all’audizione di una serie di testimoni ma il gup di Como Carlo Cecchetti ha rigettato la richiesta disponendo il rinvio a giudizio.

Sono invece stati formalizzati i patteggiamenti dei due coimputati che avevano ottenuto il parere favorevole del pubblico ministero Massimo Astori: il capotreno e l’allievo macchinista, un anno e 3 mesi per il primo, 7 mesi per il secondo che ha risarcito il danno attraverso una copertura assicurativa. Erano accusati di disastro colposo e delle lesioni colpose riportate dai due unici passeggeri che hanno sporto querela, che avevano riportato traumi a gambe e braccia con prognosi di 40 e 70 giorni.

L’incidente era avvenuto a bassissima velocità, sulla tratta Milano-Asso di Trenord, causando il ferimento di 16 passeggeri, in buona parte con lesioni lievi, conseguenza di cadute all’interno delle carrozze. Al termine della ricostruzione svolta dalla Polfer, le indagini sono arrivate a ipotizzare un profilo di colpa per le tre figure che avrebbero dovuto garantire la sicurezza della manovra di entrata e uscita dalla stazione: il capotreno, il macchinista e l’allievo macchinista.

L’imprudenza che gli è stata attribuita nelle imputazioni, è di aver fatto partire il convoglio col segnale a via impedita. 

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