Era stato uno degli incidenti più spettacolari mai visti anche "grazie" a una ripresa che lo mostrava in tutta la sua drammaticità.

Oggi, a distanza di poco più di due anni, è arrivato il verdetto per il macchinista del treno merci deragliato in Repubblica Ceca tra le stazioni di Mariánské Lázně e Chodová Planá.

Come si ricorderà, nella circostanza il convoglio era composto da 13 carri, quattro dei quali precipitarono per la scarpata posta di fianco alla linea non provocando feriti ma danni per 29 milioni di corone ceche.

Ebbene il tribunale di Cheb ha assolto il macchinista che viaggiava a una velocità tripla a quella consentita. Secondo il giudice, infatti, la colpa non è del ferroviere ma del sistema ferroviario ceco che negli ultimi mesi ha fatto registrare un crescente numero di incidenti.

Sostanzialmente, secondo il giudice, il rallentamento a 30 km/h non era ben segnalato nonostante al gestore della rete fosse stato fatto notare il pericolo. Inoltre al macchinista, che non conduceva un treno su quel percorso da sei mesi, non sarebbe stata chiaramente notificata una riduzione della velocità in quel tratto e gli sarebbero stati lasciati solo 15 minuti prima della partenza per poter verificare macchina e condizioni della linea.

Altri macchinisti sono venuti in aula per sostenere il loro collega. Uno di loro in particolare ha rivelato di essersi trovato nelle medesime condizioni una settimana prima ma di essere riuscito a evitare il deragliamento solo grazie al diverso peso del treno, 200 tonnellate rispetto a 1.250. L'uomo ha sostenuto di aver guidato il convoglio a circa 80 chilometri all'ora nei boschi. Quando ne è uscito si è trovato una riduzione della velocità a 30 sostanzialmente senza alcun preavviso.

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