Ritorna un nuovo appuntamento con “Top & Flop” la rubrica di Ferrovie.Info in cui annoveriamo personaggi, aziende, enti o categorie che si sono, a nostro avviso, distinti in positivo e in negativo questa settimana.
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TOP - GTS, Barilla e tutti coloro che scelgono il treno per le merci
In un paese in cui il trasporto su gomma è di molto superiore a quello su ferro, non possiamo che essere contenti della notizia dei nuovi trasporti intermodali ferroviari gestiti da GTS carichi di prodotti Barilla.
Sono treni che attraversano il Paese sia sulla dorsale tirrenica che su quella adriatica, dagli interporti di Parma e Piacenza ai terminal di Marcianise, in Campania e con Bari, in Puglia.
Un modo efficace per togliere di mezzo migliaia di tir e far viaggiare sui treni, invece che su gomma, circa 110.000 tonnellate delle varie tipologie di prodotti commercializzati: pasta, sughi, pesti e prodotti da forno.
Non solo meno tir su strada, ma anche una riduzione media di circa il 60% delle emissioni di CO2 (pari a 6.000 tonnellate di CO2 in meno) rispetto al trasporto su gomma.
Perché non è sempre così? Perché nel nostro Paese il treno sembra avere convenienza solo se si trasportano molte merci in composizione bloccate, mentre da quasi vent'anni in Italia il movimento di pochi carri o addirittura carri singoli non è più praticato. Basta guardare alla Germania, però, per vedere che un trasporto capillare su treno è possibile, eccome.
Ma non divaghiamo, altrimenti perdiamo di vista il top, che questa settimana va a Barilla, GTS, e a tutte quelle grandi aziende che scelgono il treno per muovere le proprie merci su larga scala. Bravi!
FLOP - Stazione Foster a Firenze
Sembra una barzelletta e se non si fossero spesi già milionate di euro ci sarebbe anche da ridere. Ed invece, purtroppo, c'è poco da sghignazzare.
La polemica -sacrosanta- arriva questa volta dalla Cisl, che rileva come "attualmente ai 25 operai e tecnici che si occupano della manutenzione e sicurezza del cantiere si è aggiunta una nuova ditta, la Midal srl, incaricata di realizzare la stazione, ma gli addetti all’opera sono appena 15", mentre per vedere un avanzamento dei lavori ne servirebbero almeno 200.
Il nodo AV di Firenze sta, de facto, rimanendo una grande opera incompiuta ed è assurdo pensare che nel 2021 siamo qui ancora a parlare non del "quando" ma del "se" questa troverà mai una conclusione. A Bologna, con una situazione simile, sono riusciti a iniziare e finire i lavori in tempi ragionevoli. Perché a Firenze no?
Davvero una pessima gestione della cosa pubblica che, visti i chiari di luna, rischia di non migliorare nel breve termine.
Per noi è un grane Flop.


