Sono stati assolti due dirigenti delle FSE, finiti sotto processo per l’incidente tra due treni sul binario unico Lecce-Zollino del giugno 2017.
La sentenza è stata emessa ieri, dal collegio della seconda sezione penale, che ha assolto “per non aver commesso il fatto” Lucio Curci, all’epoca dei fatti, Business Unit Trasporto Ferroviario e Luigi Albanese, all'epoca Direttore del Trasporto Ferroviario Ferrovie, ora in pensione. Gli imputati rispondevano dell’accusa di disastro ferroviario colposo, ed erano stati rinviati a giudizio dal gup al termine dell’udienza preliminare.
Il giudice aveva inoltre accolto la richiesta di patteggiamento ad 1 anno e 10 mesi per il macchinista Rosario Rosato (sospensione della pena e la non menzione della condanna), 61enne di Lizzanello, e assolto Massimo Quarta, 55 anni di Monteroni, capotreno.
Ricordiamo che l’incidente tra due treni delle Ferrovie Sud Est, verificatosi il 13 giugno del 2017 sul binario unico Lecce-Zollino, all’altezza di Galugnano, provocò circa 20 feriti, tra passeggeri e personale di FSE. Erano le 17.10 circa, quando il treno TVAT 554 proveniente da Zollino e diretto a Lecce, entrava nella stazione di Galugnano e si arrestava sul binario 1. Appena cinque minuti dopo, alle 17:15, sarebbe avvenuta la collisione con il TVAT 549, proveniente da Lecce ma diretto a Gallipoli.
Secondo quanto sostenuto dal pm, nell’avviso di conclusione delle indagini, l’incidente sarebbe stato causato non soltanto ad un errore umano, ma anche da un’inadeguata formazione del personale. In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, lo scontro tra i due treni si sarebbe verificato, per una serie di concause.
Secondo il pm il macchinista avrebbe omesso di serrare correttamente il freno di stazionamento. Inoltre, non sarebbe rimasto a bordo del treno per effettuare la sfrenatura, con l’uso del tirantino delle valvole di scarico dei serbatoi. Infine, una volta accortosi che si muoveva, non avrebbe eseguito le possibili manovre di emergenza per fermare il mezzo ed evitare l’impatto.
Invece, secondo la Procura, il capotreno Quarta, avrebbe eseguito una completa sfrenatura del treno su un tratto in pendenza. Infine, Curci ed Albanese, dirigenti di FSE, avrebbero omesso di prevedere alcuna norma organica relativa all’uso della sfrenatura, mediante i tirantini delle valvole di scarico del serbatoio di comando e ausiliario.
Tale operazione, ritenuta particolarmente pericolosa perché capace di eliminare temporaneamente la funzionalità del freno pneumatico, avrebbe necessitato una corretta formazione del personale di macchina, anche in relazione alle eventuali manovre di emergenza. Tali accuse, come detto, sono “cadute” al termine del processo.


