Ritorna un nuovo appuntamento con “Top & Flop” la rubrica di Ferrovie.Info in cui annoveriamo personaggi, aziende, enti o categorie che si sono, a nostro avviso, distinti in positivo e in negativo questa settimana.
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Questa settimana vi proponiamo una rubrica lievemente differente da solito: ci sarà sempre Top e Flop, ma questi riguarderanno... la stessa notizia! Si, e vi spieghiamo anche perché, partendo dal flop. Continuate a leggere.
FLOP - Disinteresse verso Eurostar
Forse a noi italiani non significa e non ha significato granché, ma toglietevi per un attimo gli occhiali tricolore e mettete per un istante quelli europei: il tunnel sotto la Manica aperto a metà anni '90 ha segnato l'inizio di un'Europa nuova. La Gran Bretagna, da sempre isolata dal resto del continente, aveva trovato il modo di essere collegata via terra (nel senso del tunnel sottomarino), un qualcosa di inimmaginabile fino ad allora. Basti pensare che 50 anni prima c'era la Seconda Guerra Mondiale e i tedeschi bombardavano gli inglesi e viceversa. Quindi, ai tempi, quel tunnel sembrava l'inizio di un mondo nuovo, sulle ali di quella che era una neonata Unione Europea.
Adesso? Adesso c'è il Covid, prima ancora c'era la Brexit e Eurostar è caduta nel dimenticatoio, rischiando di finire fallita nel corso del 2020.
Eurostar è rimasta per settimane in una situazione gravissima mentre il governo britannico ha continuato a trattenersi dall'offrire supporto. I ricavi annuali della società sono crollati da 1,1 miliardi di euro nel 2019 a circa 208 milioni di euro nel 2020. Inoltre, Eurostar ha preso in prestito 450 milioni di euro e ricevuto un'iniezione di contanti di 197 milioni di euro dai suoi proprietari.
Guardate cos'ha fatto la politica italiana negli anni per salvare Alitalia e guardate cosa è successo in Europa per mantenere viva la società e i relativi collegamenti con Londra, Parigi e Bruxelles. Ecco, appunto...
Senza contare che il fallimento della compagnia avrebbe messo a rischio qualcosa come 2.700 posti di lavoro. E invece... silenzio. In Europa e in Italia un assordante silenzio alle alte sfere. E già questa cosa è da flop, vista l'importanza del tunnel e della società che vi opera attraverso.
TOP - Salvezza, nonostante tutto
La compagnia, dopo lungo tribolare, ha quindi negoziato un nuovo contratto di finanziamento da 290 milioni di euro che apre la strada alla ripresa del servizio ferroviario. Insomma, è salva!
In una dichiarazione inviata a Euronews, Eurostar ha infatti annunciato di aver raggiunto un accordo di rifinanziamento con i suoi azionisti e le sue banche.
"Il pacchetto di rifinanziamento di 250 milioni di sterline (290 milioni di euro) consiste principalmente in ulteriori azioni e prestiti da una unione di banche garantite dagli azionisti: SNCF, il gruppo ferroviario statale francese e azionista di maggioranza di Eurostar, Patina Rail LLP, un veicolo sostenuto da Caisse de dépôt et placement du Québec ("CDPQ") e fondi gestiti dal team Infrastrutture di Federated Hermes e SNCB, l'operatore ferroviario statale belga", si legge nella dichiarazione.
Jacques Damas, amministratore delegato di Eurostar, ha dichiarato: “Tutti in Eurostar sono incoraggiati da questa forte dimostrazione di sostegno da parte dei nostri azionisti e delle banche che ci consentirà di continuare a fornire questo importante servizio ai passeggeri. L'accordo di rifinanziamento è il fattore chiave che ci consente di aumentare i nostri servizi man mano che la situazione con la pandemia inizierà a migliorare".
L'obiettivo immediato sarà il ripristino della domanda di viaggi sulle rotte principali del servizio tra Londra e Parigi, Bruxelles e Amsterdam.
E questa è una bellissima notizia anche, forse soprattutto, per quello che rappresenta a livello continentale.


