“Riapriamo tutto, vacciniamo, aboliamo di fatto il coprifuoco: ma sui treni e sui mezzi pubblici resta il limite della capienza.

O sono io che non capisco oppure c’è una contraddizione in termini che gioca a nostro sfavore. Il limite del 50% di capienza sui mezzi di trasporto è oggi diventato insostenibile”. Queste le pungenti dichiarazioni che il presidente dell’EAV, Umberto De Gregorio, rivolge alle autorità preposte, al fine di riconsiderare le limitazioni che impongono una capienza ridotta a bordo dei mezzi pubblici. “Si è riaperto tutto – spiega ancora – scuole, negozi, uffici, bar, ristoranti, ritornano i turisti e si chiede di avere bus e treni al 50% di capienza. Come sia matematicamente possibile nessuno lo spiega”.

De Gregorio racconta la sua esperienza personale: “Ieri ho partecipato a un evento a Giugliano, sono tornato e ho trovato la Tangenziale bloccata. C’erano auto ovunque. C’è qualcuno che mi spiega perché se si circola liberamente con i mezzi privati, io devo limitare la presenza degli utenti sui mezzi pubblici?” E lancia anche una minaccia: “Basta ipocrisia – le ultime considerazioni di De Gregorio – oppure saremo costretti a prendere misure drastiche le cui conseguenze cadranno sulle categorie più deboli”.

Spiegando precisamente di cosa si tratti: “Se ci devono attaccare, se dobbiamo finire nel tritacarne mediatico per gli assembramenti, allora io sono pronto a chiudere il 50% delle stazioni. Anche perché ho chiesto l’aiuto della Protezione Civile ma non sono mai venuti. Consideriamo che io ho ben 170 stazioni, tra Vesuviana e Flegrea, da gestire. Se abbiamo deciso di riaprire tutto, non si differenziano orari di ingressi di scuole e lavoro, tutti vogliamo andare al mare dopo un anno difficile, allora è evidente ce c’è un problema di pendolari durante la settimana e di flussi turistici durante il weekend”.

Il presidente dell’Ente Autonomo Volturno ricorda anche come questo tema non sia solo di pertinenza dell’EAV. “Si tratta di un tema nazionale – continua nella sua battaglia – del resto è un fatto matematico. Se apriamo tutto e limitiamo solo il trasporto pubblico, come ci organizziamo? Per risolvere il problema secondo qualcuno io devo mettere 200 bus per la penisola sorrentina? Ma scherziamo?” Un problema che diventa anche di natura economica: “E’ chiaro che così, come accade ormai da un anno perdiamo ricavi di traffico. Abbiamo anche avuto dei ristori, ma a fronte di 30 milioni di euro persi per le presenze in meno, ci sono stati assegnati solo 10 milioni di euro di ristori” conclude De Gregorio.

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