Il Ponte sullo Stretto di Messina non sarà inserito all’interno del Recovery Plan che l’Italia presenterà all’Europa.
Il ministro Enrico Giovannini ne dà conferma: "Il collegamento stabile sullo Stretto non rientra nel Recovery Plan". Una doccia gelata per le speranze di chi riteneva quella del Recovery Fund un'occasione straordinaria per realizzare il Ponte. Il ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità non esclude, però, che si possa comunque costruire una grande opera nello Stretto.
"Stiamo procedendo a una rilettura e, in parte, a una riscrittura del Recovery Plan - afferma Giovannini durante un'intervista a 'War Room' di Enrico Cisnetto -. Il 58% dei fondi destinati alle infrastrutture sarà destinato al Sud. Va sottolineato che nel Piano devono essere inseriti progetti definitivi e che le opere devono essere completate e rese fruibili dai cittadini entro il 2026. Il progetto del collegamento stabile nello Stretto è fuori perché non ci sarebbe stato modo di metterlo in esercizio entro il 2026. La Commissione istituita dall'ex ministra De Micheli sta completando il suo lavoro, io stesso ho chiesto delle integrazioni e una volta che il rapporto sarà definito, ci sarà un dibattito pubblico".
Giovannini raccomanda quindi un approccio diverso sull'argomento: "C’è bisogno di prendere visione del rapporto della Commissione prima di dibattere sui pro e i contro delle soluzioni. Ho chiesto una serie di approfondimenti, da parte mia nessun approccio ideologico, io guardo ai dati, il rapporto andrà letto nella sua interezza".
Il neo Ministro in audizione alle Commissioni Bilancio e Politiche UE del Senato, ha invitato la commissione tecnica per l’attraversamento dello Stretto di Messina a valutare non solo le forme di attraversamento stabile dello Stretto ma anche il potenziamento delle attività di traghettamento intese come servizi, porti, hub e stazioni.


